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314 storia della decadenza

polazione. I più fedeli e valutabili sudditi scamparono dal giogo de’ Barbari, e le bandiere di Pavia e Verona, di Milano e di Padova furono spiegate nei rispettivi loro quartieri dai nuovi abitatori di Ravenna. Il rimanente dell’Italia era posseduto dai Lombardi; e dalla regal sede di Pavia si stendeva il lor regno a Levante, a Settentrione ed a Ponente, sino ai confini degli Avari, de’ Bavari, e de’ Franchi, dell’Austrasia e della Borgogna. Nel linguaggio della geografia moderna, quel regno viene rappresentato dalla terra-ferma della Repubblica Veneta, dal Tirolo, dal Milanese, dal Piemonte, dalla riviera di Genova, da Mantova, Parma e Modena, dal gran Ducato di Toscana, e da una larga porzione dello Stato Ecclesiastico da Perugia sino all’Adriatico. I Duchi ed in ultimo i Principi di Benevento sopravvissero alla monarchia, e propagarono il nome de’ Lombardi. Da Capua a Taranto, essi regnarono per quasi cinquecent’anni sopra la maggior parte del presente Regno di Napoli1.

Volendo paragonare la proporzione tra il popolo vittorioso ed il vinto, dal cangiamento della lingua si possono trarre i più probabili indizi. Secondo questa norma apparisce che i Lombardi dell’Italia e i Visigoti della Spagna erano men numerosi che i Franchi od i Borgognoni; ed i conquistatori della Gallia a lor

  1. Io ho descritto l’Italia colla scorta dell’eccellente Dissertazione del Beretti. Il Giannone (Istoria Civile, t. I p. 374-387), nella geografia del Regno di Napoli, ha seguìto il dotto Camillo Pellegrino. Quando l’Impero ebbe perduto la Calabria propriamente detta, la vanità de’ Greci sostituì il nome di Calabria all’ignobile denominazione di Bruzio; e sembra che questa alterazione abbia avuto luogo prima del Regno di Carlo Magno (Eginardo, p. 75).