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332 | storia della decadenza |
amici, per farsi trasportare in un paniere fuor delle porte di Roma, e modestamente si nascose per alcuni giorni fra i boschi ed i monti, finchè discoperto, a quanto dicesi, fu da una celeste luce il suo ritiro.
[A. D. 590-604] Il pontificato di Gregorio il Grande che durò tredici anni sei mesi e dieci giorni, è uno de’ più edificanti periodi dell’istoria della Chiesa. Le sue virtù ed anche i suoi errori formano un singolar miscuglio di semplicità e di scaltrezza, di orgoglio e di umiltà, di buon senso e di superstizione, che molto bene si confà alla posizione di quel Pontefice ed all’indole de’ suoi tempi. Nel suo rivale, il Patriarca di Costantinopoli, egli condannò il titolo anticristiano di Vescovo universale, titolo che il successore di San Pietro era troppo superbo per concedere, e troppo debole per assumere; e l’ecclesiastica giurisdizione di Gregorio era limitata al triplice carattere di Vescovo di Roma, Primate dell’Italia, ed Apostolo d’Occidente. Di frequente egli montava sul pulpito, ed accendeva colla sua rozza, ma patetica eloquenza le passioni, conformi alle sue, dei suoi ascoltatori. Egli interpretava ed applicava il linguaggio de’ Profeti ebrei, ed il popolo, oppresso dalle presenti calamità, si volgeva alle speranze ed ai timori del mondo invisibile. I suoi precetti ed esempj determinarono il modello della liturgia Romana1, la distribuzione delle parrocchie, il calendario delle feste,
- ↑ Tutto il Pater noster non è costituito che da cinque o sei linee; invece il Sacramentarius e l’Antiphonarius di San Gregorio riempiono 880 pag. in fol. (t. III part. I p. 1-880); eppure non formano che una sola parte dell’Ordo Romanus che Mabillon ha spiegato, e che è stato compendiato da Fleury (Hist. eccl. t. VIII p. 139-152).