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veniva decisa dalla sua discrezione assoluta; e le fortunate sue incursioni nelle province della Grecia, della Spagna e della Gallia, poterono dar peso alle più alte pretensioni de’ Papi che gli succedettero. Egli interpose la sua autorità per impedire gli abusi delle elezioni popolari; la gelosa sua cura mantenne la purità della fede e della disciplina; ed il pastore apostolico assiduamente invigilava sopra la fede e la disciplina de’ subordinati pastori. Sotto il suo regno, gli Arriani dell’Italia e della Spagna si raccostarono alla Chiesa cattolica, e la conquista della Britannia tramanda men lustro sul nome di Giulio Cesare che su quello di Gregorio I. Invece di sei legioni, s’imbarcarono quaranta monaci per quell’isola remota, ed il Pontefice si dolse degli austeri doveri che vietavano di partecipare a’ pericoli della spirituale lor guerra. In meno di due anni egli fu in grado di significare all’Arcivescovo di Alessandria, ch’essi avevano battezzato il Re di Kent con diecimila de’ suoi Anglosassoni, e che i missionarj Romani, come quelli della primitiva Chiesa, non d’altro erano armati se non se di poteri spirituali e soprannaturali. La credulità o la prudenza di Gregorio era sempre disposta a confermare la verità della relazione colle prove degli spettri, de’ miracoli e delle risurrezioni1; e la posterità ha pagato alla sua memoria lo stesso tributo ch’egli liberamente concedeva alle virtù della sua o delle precedenti gene-

  1. Un critico francese (P. Gussainv. Op. t. II, p. 105-112) ha vendicato il diritto di S. Gregorio all’intera assurdità dei Dialoghi. Dupin (t. V p. 138) dubita nemmeno che siavi chi non abbia a garantire la verità di tutti questi miracoli. Io però sarei ben curioso di sapere quanti egli stesso ne adottava.