Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/339

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dell'impero romano cap. xlv. 335

razioni. Gli onori celesti furono liberalmente compartiti dall’autorità de’ Pontefici; ma Gregorio è l’ultimo del loro ordine ch’essi abbian ardito d’inscrivere nel calendario de’ Santi.

La potestà temporale dei Papi nacque appoco appoco dalle calamità dei tempi, ed i Vescovi Romani che dappoi hanno inondato l’Europa e l’Asia di sangue, erano allora costretti a regnare quai ministri di carità e di pace. I. La Chiesa di Roma, come s’è innanzi osservato, era dotata di ampie possessioni in Italia, in Sicilia e nelle più lontane province, ed i suoi agenti, che comunemente erano suddiaconi, avevano acquistato una giurisdizione civile ed anche criminale sopra i loro dipendenti e coloni. Il successore di San Pietro amministrava il suo patrimonio colle cure di un vigilante e moderato proprietario1, e le Pistole di San Gregorio sono piene di salutari avvisi di astenersi da processi dubbiosi e molesti; di serbare l’integrità de’ pesi e delle misure; di concedere ogni ragionevole dilazione, e di alleggerire la capitazione degli schiavi della gleba, i quali compravano il diritto di maritarsi col pagamento di un’arbitraria tassa2.

  1. Il Baronio non ama di fermarsi su questi dominj ecclesiastici, perchè teme di far vedere che erano composti di fattorie o poderi e non di regni. Gli scrittori francesi, i Benedettini (t. IV l. III p. 272 ec.) e Fleury (t. VIII p. 29 ec.) non temono d’internarsi in queste modeste ma utili particolarità, e l’umanità di Fleury insiste sulle virtù sociali di San Gregorio.
  2. Mi vien tutta la tentazione di credere che questa pecuniaria ammenda sui matrimonj dei villani sia quella che ha prodotto il famoso e bene spesso favoloso diritto di cuissage, di marquette, ec. È possibile che una vaga sposa, col