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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/342

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338 storia della decadenza

pegnare la sacra sua promessa che la tregua sarebbe osservata. Deluso nella speranza che avea nutrito di una generale e durevol concordia, gli bastò l’animo di salvar la sua patria senza il consentimento dell’Imperatore e dell’Esarca. Sospesa sopra di Roma era la spada dell’inimico; essa ne fu stornata dalla dolce eloquenza e dagli opportuni donativi del Pontefice, il quale si attraeva il rispetto de’ Barbari e degli Eretici. I meriti di Gregorio furono contraccambiati dalla corte di Bisanzio con rampogne ed insulti: ma nell’amore di un Popolo riconoscente, egli trovò il più puro guiderdone di un cittadino, ed i migliori titoli dell’autorità di un sovrano1.

  1. Il Sigonio espone abilmente il temporale governo di Gregorio I. Vedi il libro primo De Regno Italiae, t. II della raccolta delle sue Opere, p. 44-75.