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dell'impero romano cap. xlii. 75

il Signore degli uomini guarda con disprezzo così miseri acquisti; e delle dieci nazioni, domate dalle invincibili armi, egli considera i Romani come i men formidabili„1. Secondo gli Orientali, l’impero di Nushirvan si estendeva da Fergana nella Transoxiana, sino all’Yemen, o l’Arabia felice. Egli soggiogò i ribelli dell’Ircania, conquistò le province di Cabul e di Zadlestan sulle rive dell’Indo, ruppe la potenza degli Eutaliti, terminò con onorevole accordo la guerra de’ Turchi, ed ammise la figlia del Gran Cane nel numero delle sue legittime mogli. Vittorioso e rispettato fra i Principi dell’Asia, egli dava udienza nella sua Reggia di Madain o Ctesifonte, agli Ambasciatori del mondo. I loro doni o tributi, di armi, di ricche vesti, di gemme, di schiavi e di aromi, umilmente venivano deposti al piè del suo trono; ed egli condiscendeva ad accettare dal Re dell’Indie dieci quintali di legno d’aloe, una fanciulla alta sette cubiti ed un tappeto più soffice della seta, formato, come essi narrano, colla pelle di uno straordinario serpente2.

[A. D. 521] Si è rimproverata a Giustiniano l’alleanza da lui stretta cogli Etiopi, come se tentato egli avesse d’introdurre un popolo di Negri selvaggi nel sistema della società incivilita. Ma gli amici del romano Impero, gli Axumiti ed Abissini, si debbono sempre distin-

  1. Le pratiche ed i trattati tra Giustiniano e Cosroe si spiegano copiosamente da Procopio (Persic. l. 2 c. 10, 13, 26, 27, 28. Goth. l. 2 c. 11, 15), da Agatia (l. 4 p. 141, 142) e da Menandro (in Excerpt. Legat. p. 132-147). Si consulti Barbeyrac, Hist. des anciens Traités, t. 2 p. 154, 181-184, 193-200.
  2. D’Herbelot, Bibliot. Orient. p. 680, 681, 294, 295.