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236 storia della decadenza

città; e nello stato ruinoso in cui son oggi i quartieri di Babilonia e di Fostati, si confondono sotto la denominazione di vecchio Misrah o vecchio Cairo, del quale fecero un ampio sobborgo; ma il nome di Cairo, che significa la città della vittoria, appartiene veramente all’odierna capitale dai Califfi fatimiti fondata nel decimo secolo1. Essa s’è a poco a poco discostata dal Nilo; ma può un osservatore attento tener dietro alla continuità delle fabbriche, cominciando dai monumenti di Sesostri fino a quelli di Saladino2.

[A. D. 638] Dopo un trionfo sì glorioso, avrebbero tuttavolta dovuto gli Arabi rifuggir nel deserto, se non trovavano nel centro dell’Egitto un poderoso alleato. Dalla superstizione e dalla rivolta degli oriundi del paese furon già facilitati i conquisti d’Alessandro: abborrivano coloro quei Persiani, loro tiranni, discepoli dei Magi, che avevano arso i templi dell’Egitto, e sbramata

  1. D’Herbelot, Bibl. orient. p. 233.
  2. È benissimo conosciuta e fu descritta la situazione del vecchio e nuovo Cairo. Due scrittori, che aveano perfetta cognizione dell’antico e del moderno Egitto, fissarono dopo dotte indagini il sito di Menfi a Gizeh rimpetto al vecchio Cairo (Sicard, Nouveaux Mémoires des Missions du Levant, t. VI, p. 5, 6; Observat. et Voyages de Shaw, p. 296-304). Dobbiam per altro rispettare non poco l’autorità e gli argomenti del Pocock (vol. I, p. 25-41), del Niebuhr (Voyage, t. I, p. 77-106), e particolarmente del d’Anville (Description de l’Egypte, p. 111, 112, 130-149), i quali collocan Menfi appresso il villaggio di Mohannah alcune miglia più abbasso verso mezzogiorno. Questi scrittori, nel fervor della disputa, dimenticarono che il vasto terreno d’una metropoli cuopre, ed annulla la più gran parte dello spazio che forma il subbietto di questa discussione.