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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/408

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402 storia della decadenza

moltitudine innumerevole di sudditi superbi della passata fortuna, mal contenti dello stato in cui erano allora ed aggravati dalle esazioni d’un fisco, per l’innanzi arricchito delle spoglie o dei tributi della nazione. Nel loro ozio erano occupati dalle fazioni e dalla controversia. I rigidi Settari di Hanbal1, sotto la maschera della pietà, vollero privarli dei piaceri della vita domestica; penetrarono a forza nelle case dei plebei e dei principi, rovesciarono i vasi di vino che trovarono, batterono i musici e ne ruppero gli strumenti, e con infami sospetti disonorarono tutti coloro che vivevano con gioventù di bell’aspetto. Di due persone unite nella professione medesima, una, generalmente, era per Alì, l’altra contro; e finalmente furono scossi gli Abbassidi dalle grida dei Settari che ne contestavano i titoli e maledivano i fondatori di quella dinastia. Solo potea la forza militare reprimere una plebe turbolenta; ma chi poteva sbramare la cupidità dei mercenari, o mantenerli nella disciplina? Gli Affricani e i Turchi, commessi alla guardia del Califfo, vennero scambievolmente alle mani, e gli Emiri d’Omra2 imprigionarono o deposero il loro

  1. In pari occasione, aveva mostrato il lor maestro più moderazione e tolleranza. Ahmed-Ebn-Hanbal, Capo d’una delle quattro Sette ortodosse, nacque a Bagdad A. E. 164, e vi morì A. E. 241. Contrastò ed ebbe a soffrire assai nella disputa concernente la creazione del Corano.
  2. All’impiego di Visir era stato sostituito quello di Emir-Al-Omra (imperator imperatorum), titolo dapprima istituito da Rhadi, che poi passò ai Bowidi ed ai Sel-jukidi, vectigalibus, et tributis et curiis per omnes regiones praefecit, jussitque in omnibus suggestis nominis ejus in concionibus mentionem fieri. (Abulfaragio Dynast., p. 199). Elmacin (p. 254, 255) ne fa pure menzione.