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418 storia della decadenza

i fatti che l’istorico si sarebbe dilettato a raccogliere: ma non si potrà condannare il suo silenzio in questo argomento quando Leone il Filosofo, e Costantino suo figlio trascurano le cose più interessanti, come la popolazion della capitale e delle province, la quantità delle imposizioni e delle rendite, il numero de’ sudditi e degli estranei che sotto la bandiera imperiale militavano. Nel Trattato della amministrazion pubblica s’incontrano gli stessi difetti; avvi per altro un pregio particolare, ed è che quantunque possan essere incerte o favolose le descritte antichità delle nazioni, pure minutamente e con esattezza vi si trova esposta la geografia de’ paesi barbari, e i costumi dei loro abitanti. Fra quei popoli, erano i Franchi quei soli che avean modo d’osservare e di descrivere la metropoli dell’Oriente. Il vescovo di Cremona, ambasciatore d’Ottone il Grande, ha dipinta Costantinopoli quale ella era verso la metà del decimo secolo; caldo ne è lo stile, vivace la narrazione, frizzanti le osservazioni, ed anche i pregiudizi e le passioni di Luitprando hanno l’impronta originale della libertà e dell’ingegno1. Con questi pochi sussidi tanto stranieri che tratti dal paese, io m’accingo ad esaminare l’aspetto e la situazione vera dell’impero di Bisanzio, la condizion delle province e le loro ricchezze, il governo civile e le forze militari, i costumi e le lettere dei Greci ne’ sei secoli che volsero dopo il regno d’Eraclio sino all’invasion dei Franchi e dei Latini.

  1. La Legatio Luitprandi episcopi Cremonensis ad Nicephorum Phocam, è stata inserita dal Muratori negli Scriptores rerum italicarum, t. II, parte prima.