Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/423

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dell'impero romano cap. liii. 417

militare. La lor teorica generale è dettata dalla ragione; ma nella applicazione ne sta il merito e la difficoltà. L’esercizio più che lo studio forma la disciplina del soldato. Il talento della guerra è il retaggio di quegli ingegni tranquilli ma pronti, creati dalla natura per decidere la sorte degli eserciti e delle nazioni; e la prima di queste qualità dipende dall’abitudine della vita, la seconda dalla prontezza del vedere, e le battaglie guadagnate per le lezioni della tattica son tanto rare quanto le epopee create colle regole della critica. Il libro delle cerimonie è una noiosa e imperfetta descrizione di quella pompa ridicola, che infettava la chiesa e lo Stato, da poi che l’una avea perduta la sua purità, l’altro la forza. Invece di alcune tradizioni favolose sull’origine delle città, invece d’alcuni maligni epigrammi sui vizi degli abitanti, si potevano sperare dalla descrizione dei temi o delle province le notizie autentiche di ciò che solo può avere il governo1. Son quelli

  1. Dopo aver osservato che i Cappadoci son meno forniti di merito quanto sono più elevati per grado e per ricchezze, l’autore della descrizion delle province si compiace dell’epigramma attribuito a Demodoco:

          Καππαδοκην ποτ’ εχιδνα δακεν, αλλα και αυτη
    Κατθανε, γευσαμενη αιματος ιοβολου.

    Una vipera infesta morse un Cappadoce, ma morì anch’essa succhiandone il sangue velenoso.
    Il frizzo è precisamente eguale a quello d’un epigramma francese. „Un serpente morse Giovanni Freron. – E che? Il serpente ne morì„„. Ma poichè i belli ingegni di Parigi sono in generale poco versati nell’antologia, avrei vaghezza di sapere d’onde abbiano cavato questo epigramma (Costantino Porfirogeneta, De themat., c. 2; Brunk, Analect. graec., t. II, p. 56; Brodaei Anthologia, l. II, p. 244).