Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/23

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. liv 17


Le fatiche appostoliche1 di Costantino Silvano gli moltiplicarono ben tosto i discepoli, segreto compenso alla sua spirituale ambizione. Sotto lo stendardo di lui si raccolsero gli avanzi delle Sette gnostiche, e principalmente i Manichei dell’Armenia. Convertì, o sedusse co’ suoi argomenti molti Cattolici, e predicò con buon successo nelle contrade del Ponto2 e della Cappadocia, da lungo tempo imbevutesi della religione di Zoroastro. I dottori Paoliziani, paghi di un soprannome tratto dalle Scritture, e del titolo modesto di compagni di pellegrinaggio, distinti per austerità di costumi, per zelo o sapere, ed anche per la fama che godevano di avere ricevuti i doni dello Spirito Santo, ma incapaci di desiderare e di ottenere le ricchezze e gli onori dei prelati ortodossi, ne censuravano amaramente le anticristiane vanità, riprovando persino la denominazione di anziani, o di sacerdoti, come istituzione della Sinagoga. La nuova Setta si dilatò grandemente nelle province dell’Asia Minore, situate al levante dell’Eufrate. Sei principali Congregazioni della mede-

  1. Appostolo vuol dire inviato in generale; ciò è vero; ma questo vocabolo, per quanto sembra, è da usarsi soltanto parlando di quelli, che furono inviati da Gesù Cristo a spargere la sua religione: euntes, docete etc., e non di Silvano che andava diffondendo le sue opinioni contrarie a quelle determinate dai Concilj generali. (Nota di N. N.)
  2. I Medi e i Persiani possedettero più di tre secoli e mezzo le province poste fra l’Eufrate a l’Halis (Erodoto l. I, c. 103), e i Re di Ponto perteneano alla reale casa degli Achemenidi (Sallustio, Frammento l. III, con supplimento e note dal presidente di Brosse).