Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/329

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dell'impero romano cap. lviii 323

il quale, se gli ricordò le antiche ostilità, il fece soltanto per encomiare il valore e la gloria, che nelle pianure di Durazzo e di Larissa, questo figlio di Guiscardo si procacciò. Venne quindi Boemondo alloggiato, mantenuto e servito con reale magnificenza; ma un dì, mentre questi attraversava una loggia del palagio, una porta, come a caso rimastane aperta, gli lasciò vedere un cumulo d’oro e d’argento, di suppellettili e arredi preziosi, ammucchiati con apparente disordine e d’un’altezza, che tenea lo spazio frapposto tra il pavimento e la soffitta. „Quai conquiste, meditò fra sè stesso l’avaro ambizioso, potrebbero farsi col soccorso di questo tesoro! — È vostro, si affrettò a dire un Greco che gli leggea negli occhi, i sentimenti dell’animo:„ Boemondo, dopo avere titubato un istante, si degnò accettare un così magnifico donativo; e gli si fece inoltre sperare un principato independente: ma Alessio senza profferire un assoluto rifiuto, evitò di rispondere all’inchiesta audace, fattasi dal Normanno per divenire Gran Domestico, ossia Generale dell’Oriente. Anche i due Roberti, uno figlio del re d’Inghilterra, l’altro parente di tre Regine, inchinarono a lor volta il trono d’Alessio1. Una lettera di Stefano di Chartres attesta i sentimenti d’ammirazione, che questo Principe studiavasi di manifestare all’Imperator greco, da lui chiamato il migliore e il più liberale degli uomini; e si persuadeva esserne il favorito, tanto più per la promessa ottenutane, di vedere innalzato, e presentato di possedi-

  1. Dopo il suo ritorno dalle Crociate, Roberto si fece affatto ligio al re d’Inghilterra. V. il primo atto dei Foedera del Rymer.