Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/43

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dell'impero romano cap. liv 37

nome e credenza, il mescolarsi alle carovane francesi e alemanne, e ne’ paesi di queste seco loro introdursi. – Venezia estendeva il commercio e la sua dominazione su tutta la costa dell’Adriatico, ed è noto come questa Repubblica ospitaliera ricettasse gli stranieri di qualsisia clima, di qualsisia religione. – I Paoliziani che militavano sotto le bandiere di Bisanzio, ebbero sovente occasione di accampare nelle Province che i Greci Imperatori possedevano nella Sicilia, e poichè, così in tempo di pace come di guerra, conversavano liberamente cogli estranei, e coi nativi del paese, le loro opinioni ebbero campo di tacitamente diffondersi e a mano a mano di pervenire sino a Roma, e a Milano e ne’ regni posti di là dall’Alpi1. – Non si tardò molto a scoprire che migliaia di Cattolici d’entrambi i sessi, e di ogni ordine, il Manicheismo aveano abbracciato, e dodici canonici di Orleans condannati alle fiamme, contrassegnarono il primo atto di persecuzione. I Bul-

  1. Il Muratori (Ant. Ital. medii aevi, t. V, Dissert. 60, p. 81-152) e il Mosheim (p. 379-382, 419-422) discutono partitamente quanto si riferisce ai Paoliziani che posero dimora nell’Italia e nella Francia. Ma entrambi gli autori ommisero nelle precitate opere un passo osservabilissimo di Guglielmo di Puglia, che in modo ben chiaro segnalò i Paoliziani, descrivendo una battaglia accaduta fra i Greci e i Normanni nell’anno 1040 (in Muratori, )., t. V, p. 256):

    Cum Graecis aderant quidam, quos pessimus error
    Fecerat amentes, et ab ipso nomen habebant.

    Ma lo stesso Muratori conosce sì poco la dottrina de’ Paoliziani, che la converte in una specie di Sabellianismo o di Patripassianismo.