Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XI.djvu/45

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dell'impero romano cap. liv 39

tuato nelle province meridionali della Francia; laonde nel secolo XIII, si rinovarono sulle rive del Rodano quelle vicende di persecuzioni, e vendette che dianzi le terre dell’Eufrate avevano offerte. Fattesi rivivere da Federico II le leggi degl’Imperatori di Oriente, i Baroni, e le città della Linguadoca raffigurarono i ribelli di Tefrica; ma la gloria sanguinolenta di Papa Innocenzo III, superò quella della medesima Teodora; e se vi fu perfetta eguaglianza di crudeltà fra i soldati di questa Imperatrice, e gli eroi delle Crociate, la barbarie de’ sacerdoti greci venne superata di gran lunga dai fondatori della Inquisizione1, Ordine ben più atto a confermare che a confutar la opinione dell’esistenza di un cattivo Principio. Perseguitate dal ferro e dal fuoco le assemblee pubbliche de’ Paoliziani, e degli Albigesi, cessarono affatto, e i miseri resti di queste fazioni si videro costretti a fuggire, a nascondersi, o a procacciarsi una sicurezza col fingere di abbracciare la Fede cattolica. Ma l’invincibile spirito di setta non quindi sparve dall’Occidente: ed una segreta lega di

    gono le particolarità presso gli Storici ecclesiastici antichi e moderni, cattolici e protestanti, fra’ quali il più imparziale e moderato di tutti è il Fleury.

  1. Gli atti (Liber sententiarum) della Inquisizione di Tolosa (A. di Cristo 1307-1323) sono stati pubblicati dal Limborch (Amsterdam 1692), e li precede una Storia generale della Inquisizione. Meritavano essi un autore più dotto e migliore nella critica. Non essendo lecito calunniare nè il demonio, nè il santo Ufizio, farò osservare a questo proposito come, in una lista di rei che tiene diciannove pagine in foglio, solamente quindici uomini e quattro donne siano stati consegnati al braccio secolare.