Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/369

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dell'impero romano cap. lxv. 365

profondamente trafitto da uno sprezzo al quale non poteva mai essere stato avvezzo. Dopo avere chiamato Timur masnadiero, ladrone del Deserto, viene recapitolando le vittorie di lui cotanto vantate nell’Iran, nel Turan, nell’Indie; poi s’adopera a provargli che solo per l’arti della perfidia, o per la dappocaggine de’ suoi avversarj, ha trionfato. „I tuoi eserciti sono innumerabili; voglio crederlo; ma osi tu mettere a confronto le frecce de’ tuoi Tartari che non sanno se non fuggire, colle sciabole de’ miei intrepidi e non mai vinti giannizzeri? Sì, difenderò sempre i Principi che hanno implorata la mia protezione, vienli a cercare sotto le mie tende. Le città di Erzerum e di Arzingano mi appartengono; e se non mi pagano esattamente il tributo, verrò a farmi scontare il mio credito sotto le mura di Tauride e di Sultania„. L’eccesso della collera trasportò Baiazetto a dettare un’ingiuria che feriva più di fronte Timur. „S’io fuggo dinanzi a te, possano le mie mogli venire allontanate dal mio letto con tre divorzj! Ma se tu non hai il coraggio di aspettarmi sullo spianato, che tu non riveda le tue mogli, se non se dopo che avranno per tre volte soddisfatte le brame di uno straniero„1. Presso i Turchi, una ingiuria di

  1. Giusta il Corano (c. 2, pag. 27, e i Discorsi di Sale, p. 134) un Musulmano che avesse ripudiato tre volte la moglie, cioè ripetuta per tre volte la formola del divorzio, non poteva ripigliarla se prima un altro non la sposava e ripudiava nuovamente. Una tal cerimonia è assai umiliante di per sè stessa, senza il bisogno di aggiugnere che il primo marito dovea per obbligo star presente allorchè il secondo godea della moglie ripudiata dall’altro (Stato dell’Impero Ottomano, Richauld, l. II, c. 21).