Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/404

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alle loro contese la neutralità, ch’ei parimente serbò per riguardo loro fino al momento del trionfo di Musa; e allora si chiarì il vendicatore ed erede di Solimano. Acquistò, per via d’un Trattato, la Natolia, coll’armi la Romania. Guiderdonò, qual benefattore della corona e de’ popoli, il soldato che gli presentò il reciso capo di Musa. Negli otto anni che regnò solo e pacifico, pensò a ristorare i danni derivati dalle civili discordie, e a dar più solida base alla ottomana Monarchia. Sul finir de’ suoi giorni, scelse due Ministri fidati, che incaricò di soccorrere alla inesperienza del suo giovine figlio Amurat. Tal fu la prudenza e l’accordo de’ due Visiri Ibraim e Baiazetto, che tennero nascosta per più di quaranta giorni la morte dell’Imperatore, fino all’arrivo del figlio di lui che accolsero entro al palagio di Bursa. Il Principe Mustafà, o un impostore che si era dato un tal nome, riaccese in Europa una nuova guerra, che costò la vita sul campo di battaglia al primo de’ due Visiri. Fu più fortunato1 Ibraim, e i Turchi riveriscono tuttavia il nome e la famiglia di quell’uomo che terminò le guerre civili colla morte dell’ultimo pretendente al trono di Baiazetto.

Durante le accennate discordie, i più saggi fra i Turchi, e in generale la nazione, desideravano con ardore veder congiunte le smembrate parti di quell’Impero. La Romania e la Natolia sì frequentemente

  1. Duca, Greco contemporaneo, loda le virtù d’Ibraimo (c. 25). I suoi discendenti sono i soli Nobili della Turchia, contenti di amministrare le pie fondazioni dei loro antenati ed esenti da qualsivoglia pubblico uffizio. Il Sultano va a visitarli due volte l’anno (Cantemiro, p. 77).