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province della Tracia, della Macedonia, dell’Albania, e della Servia divennero vivai degli eserciti ottomani; e allorchè le conquiste ebbero diminuito la quinta parte che apparteneva al Sultano sul numero de’ prigionieri, i Cristiani vennero sottomessi ad una barbara tassa che si riscoteva ogni cinque anni, e li privava del quinto de’ loro figli. Giunti all’età di dodici, o quattordici anni i giovinetti più vigorosi erano staccati dalle braccia paterne, ascritti ai registri militari, e da quell’istante vestiti, nudriti, educati a spese del Pubblico, cui doveano prestare servigio. Quelli di essi che davano di sè migliori speranze, venivano con adeguata proporzione scelti per le scuole reali di Bursa, di Pera e d’Andrinopoli, o affidati alla custodia dei Pascià; gli altri confusi nelle famiglie dei contadini della Natolia. I lor padroni aveano per prima cura l’ammaestrarli nel turco idioma, e l’addestrarne i corpi a tutte le fatiche che giovavano a renderli più robusti; alla lotta, al salto, alla corsa, al maneggio dell’arco e al tiro dell’archibuso; nelle quali cose doveano essere istrutti quando entravano nelle compagnie e nelle camerate de’ giannizzeri, per fare ivi severo noviziato della vita monastica, o militare dell’Ordine. I più distinti per ingegno, per forme o per nascita passavano nella classe degli Agiamoglani, o venivano promossi al grado maggiore d’Iconoglani; i primi prestavano servigio nel palagio, i secondi immediatamente alla persona del Sovrano. Sotto la sferza degli eunuchi bianchi, si avvezzavano in quattro successive scuole a cavalcare e a lanciare il giavellotto. Quelli che si mostravano d’indole più propensa agli studj, doveano applicare la mente loro al Cora-