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dell'impero romano cap. lxv. |
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no e alla lingua araba e persiana. A proporzione di merito e di età otteneano impieghi militari, civili, o ecclesiastici. Quanto più lunga la loro educazione, tanto era maggiore la speranza di un grado distinto. In età matura, vedeansi ammessi nel numero dei quaranta Agà che accompagnavano l’Imperatore; da quel grado promossi, secondo la scelta dell’Imperatore, al governo delle province e ai primi onori dello Stato1. Cotale instituzione ammirabilmente addiceasi alla forma e ai principj di una dispotica Monarchia. I Ministri e i Generali, schiavi a tutto rigor di termine del Monarca, riconosceano dalla bontà di lui la loro esistenza e istruzione. Giunti all’istante di abbandonare il Serraglio e di lasciarsi crescere la barba, come simbolo di affrancamento, si trovavano insigniti di una carica rilevante, scevri d’amor di parte e di vincoli d’amicizia, privi di parenti e d’eredi; soggetti in tutto e per tutto alla mano che gli avea tolti dalla polvere, e che potea, giusta il detto di un turco proverbio, infrangere queste statue di vetro a suo grado2. Durante il corso di una educazione lenta e penosa, non era difficile alla
- ↑ Questo saggio della disciplina e della educazione dei Turchi è tolto principalmente dall’Etat de l’Empire ottoman di Richaut, dallo Stato militare dell’Impero ottomano del Conte Marsigli, (ediz. dall’Aia, 1732 in folio e da una Description du Sérail, approvata dallo stesso sig. Greaves, attento viaggiatore, e pubblicata nel secondo volume della sua Opera.
- ↑ Osservando la Nota dei centoquindici Visiri stati fino al momento dell’assedio di Vienna (Marsigli, pag. 13), la loro carica può riguardarsi come un contratto per tre anni e mezzo.