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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/124

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118 storia della decadenza


Non quindi pienamente soddisfatto, pareagli imperfetta la sua vittoria, se non sapea che fosse divenuto di Costantino, se fuggitivo, se prigioniero, o se perito nella battaglia. Due giannizzeri chiesero l’onore e il prezzo di questa morte, e venne riconosciuto sotto un mucchio di cadaveri per le aquile d’oro ricamate sui suoi calzari; nè tardarono i Greci a ravvisare piangendo il capo del loro Sovrano. Maometto, dopo aver fatto esporre ai pubblici sguardi questo sanguinoso trofeo1, concedè al suo rivale gli onori della sepoltura. Morto l’Imperatore, Luca Notaras, Gran Duca e primo Ministro dell’Impero2, veniva dopo, come il più rilevante fra i prigionieri. Condotto a piè del trono co’ suoi tesori, „e perchè, gli disse sdegnato il Sultano, non hai tu adoperati questi tesori in difesa del tuo Principe e della tua patria?„ — „Essi ti appartenevano, rispose lo schiavo, Dio te gli aveva serbati„. — „Se dunque mi erano serbati, replicò il despota, perchè hai avuta l’audacia di tenerli sì lungo tempo, e perchè ti sei fatta lecita una resistenza infruttuosa e funesta?„. Il Gran Duca si scolpò allegando l’ostinazione degli

  1. Non posso persuadermi con Duca (V. Spondano, A. D. 1453, n. 13) che Maometto abbia fatto portare la testa dell’Imperator greco all’intorno per le province dalla Persia, dell’Arabia ec. Egli sarebbe stato certamente contento di meno inumani trofei.
  2. Franza era il personale nemico del Gran Duca, nè il tempo, o la morte di questo nemico, o la solitudine del chiostro, poterono inspirargli qualche sentimento di compassione o di perdono. Duca propende a lodarlo siccome un martire. Calcocondila è neutrale, ma egli è però quel fra gli Storici che ne dà qualche traccia sulla cospirazione ordita dai Greci.