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122 storia della decadenza

investitura del Patriarca venne eseguita cogli stessi cerimoniali che prima alla Corte di Bisanzo serbavansi. Laonde i Greci videro, con una soddisfazione non disgiunta da ribrezzo, il Sultano in mezzo a tutti gli apparati del regio fasto, consegnare nelle mani di Gennadio il Pastorale, simbolo del ministero ecclesiastico, che da questo Prelato si riassumeva, condurlo alla porta del Serraglio, presentarlo di un cavallo riccamente bardamentato, ordinare ai suoi Visiri e Pascià che il guidassero al palagio ai Patriarchi assegnato1. Scompartite fra entrambi i culti le chiese di Costantinopoli, vennero riconosciuti i limiti delle due religioni, e per sessant’anni, i Greci2 godettero di queste distribuzioni regolate dalla giustizia, e de’ vantaggi e de’ privilegi della Chiesa greca, sintantochè, dopo questo volger di tempo, li violò Selim, nipote di Maometto. I difensori del Cristianesimo eccitati dai Ministri del Divano, solleciti d’ingannare il fanatismo di Selim, osarono sostenere che il parteggiamento ordinato da Maometto era un atto

  1. Franza descrive una tale cerimonia, che è stata probabilmente abbellita passando dalle labbra de’ Greci in quelle de’ Latini. Il fatto vien confermato da Emanuele Malasso, che ha scritta in greco-volgare la Storia de’ Patriarchi dopo la presa di Costantinopoli, inserita nella Turco-Graecia del Crusio (l. V, p. 106-184). Ma i leggitori, anche i più proclivi a credere, si persuaderanno difficilmente che Maometto abbia adottata la seguente formola cattolica: Sancta Trinitas quae mihi donavit imperium, te in patriarcham novae Romae delegit.
  2. Lo Spondano descrive (A. D. 1453, n. 21; 1458, n. 16), seguendo la Turco-Graecia del Crusio, la schiavitù e le intestine dissensioni della Chiesa greca. Il Patriarca successore di Gennadio si gettò in un pozzo per disperazione.