Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/289

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dell'impero romano cap. lxx. 283

e col consenso di questo Sovrano1, fu formata una raccolta degli antichi Statuti, divisa in tre libri, e questi vennero accomodati ai tempi ne’ quali vivevasi. I Romani seguono tuttavia questo codice di leggi civili e criminali, e comunque le popolari assemblee non si adunino più, dura l’usanza di un Senatore forestiere e di tre Conservatori che risedono in Campidoglio2. I Pontefici vollero alla politica de’ Cesari uniformarsi; e il Vescovo di Roma, governando coll’assoluto potere di un Monarca spirituale e temporale, ostentò mai sempre di conservare le forme della Repubblica.

[A. D. 1453] È una verità, or per le mani di tutti, che i caratteri straordinarj abbisognano di occasioni favorevoli a dimostrarsi, e che il genio di Cromwell, o del Cardinale di Retz, potrebbe ai dì nostri languire nelle tenebre. Quel fanatismo di libertà che portò il Rienzi sul trono, un secolo dopo condusse al patibolo il Porcaro, avvisatosi d’imitare il Rienzi. Stefano Porcaro, nato di nobile famiglia, e di fama illibata,

  1. Statuta almae urbis Romae auctoritate S. D. N. Gregorii XIII, Pont. Max. a senatu populoque Rom. reformata et edita Romae, 1580, in folio. I vecchi statuti cadendo in disuso, nè convenendo più per l’avvenire ai Romani, furono raccolti in cinque libri non pubblicati. Luca Peto, dotto giureconsulto e antiquario venne incaricato di esserne il Triboniano; per altro io m’augurerei il vecchio codice colla sua rozza corteccia di libertà e di barbarie.
  2. Nel tempo ch’io stetti a Roma, e nel tempo parimente che vi soggiornò il sig. Grosley (Observ. sur l’Italie, t. II, p. 361), il Senatore di Roma era il sig. Bielke nobile svedese che aveva abbracciata la religione cattolica. Gli Statuti accennano anzichè determinare i diritti del Papa sulla elezione del Senatore e de’ Conservatori.