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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/294

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288 storia della decadenza

sini1; ma i Pontefici, sicuri da starsi in Vaticano, di essere abbastanza forti per costringere i sudditi all’obbedienza, purchè avessero la fermezza necessaria a pretenderla non si atterrivano per sì fatti disordini che ai particolari si riferivano; e gli stranieri ammiravano, in mezzo questi stessi disordini, la moderazione delle imposte, e la saggia amministrazione dello Stato ecclesiastico2.

[A. D. 1500] Le folgori spirituali3 del Vaticano dipendono

  1. I disordini di Roma, inveleniti oltre ogni dire dalla parzialità di Sisto IV, vengono narrati ne’ Giornali di Stefano Infessura e di un cittadino anonimo che ne furono spettatori. V. le turbolenze dell’anno 1484 e la morte del Protonotario Colonna (t. III, part. II, p. 1083-1158).
  2. Est toute la terre de l’Eglise troublée pour cette partialité (dei Colonna e degli Orsini), comme nous dirions Luce et Grammont, ou en Hollande Houc et Caballan; et quand ce ne serait ce différend, la terre de l’Èglise serait la plus heureuse habitation pour les sujets, qui soit dans tout le monde (car ils ne payent ni tailles ni guères autres choses), et seraient toujours bien conduits (car toujours les papes sont sages et bien conseillés); mais très-souvent en advient de grands et cruels meurtres et pilleries„.
  3. Non può negarsi, che le scomuniche, le quali escludono alcuno dal numero de’ fedeli, non fanno effetto sull’animo di quelli che non credono alla loro forza ed alle loro conseguenze. Per altro le scomuniche devono avere un giusto e certo soggetto. Ogni diritto di scomunicare, ed ogni scomunica, ha la sua origine e la sua forza da quelle parole di Cristo riferite nell’Evangelio. Si autem peccaverit in te frater tuus vade et corripe eum inter te et ipsum solum; si te audierit lucratus eris fratrem tuum; si autem non audierit adhibe tecum adhuc unum vel duos, ut in ore duorum vel trium testium, stet omne verbum. Quod si non audierit eos, die ecclesiae; si autem ecclesiam non audierit sit