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44 storia della decadenza


[A. D. 1448-1453] Dopo avere trascorsa tanta parte dell’intervallo frapposto allo scadimento e alla caduta dell’Impero Romano, eccomi finalmente al Regno dell’ultimo di questi Imperatori di Costantinopoli che il nome e la maestà de’ Cesari sì debolmente sostennero. Dopo la morte di Giovanni Paleologo, che sopravvisse circa quattro anni alla Crociata dell’Ungheria1, la famiglia Imperiale, si trovò, per la morte di Andronico e la professione monastica di Isidoro, ridotta ai tre figli dell’Imperator Manuele, Costantino, Demetrio, e Tommaso. Il primo e l’ultimo di questi viveano in fondo della Morea, ma Demetrio padrone degli Stati di Selimbria, venuto era ne’ sobborghi a capo di una fazione. Le sciagure della patria non aveano raffreddati gli ambiziosi disegni di cotest’uomo, che già avea turbata la pace dell’Impero cospirando coi Turchi e cogli Scismatici. Straordinaria e perfino sospetta fu la sollecitudine da lui posta nel dar tumulo all’Imperatore defunto; e a giustificare le sue pretensioni al trono, Demetrio si valse di un debole e vieto sofisma, adducendo che egli era il primogenito dei figli nati nella porpora, e in tempo che il padre regnava. Ma l’Imperatrice madre, il Senato e i soldati, il Clero e il popolo, chiarendosi unanimi pel successore legittimo, anche il Despota Tommaso, che casualmente, e ignaro della morte del padre, era tornato a Costantinopoli, sostenne con fervore i diritti

  1. Chiara ed autentica è la Cronaca di Franza, ma invece di quattro anni e sette mesi, lo Spondano (A. D. 1445, n. 7) attribuisce sette o otto anni al regno dell’ultimo Costantino, fondandosi sopra una lettera apocrifa di Eugenio IV al Re di Etiopia.