Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/51

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dell'impero romano cap. lxvii. 45

del fratello suo Costantino. Venne immantinente spedito, quale Ambasciadore ad Andrinopoli, lo Storico Franza, che Amurat ricevè con onore, rimandandolo poscia carico di donativi; ma, in mezzo alla benevolente condiscendenza del Sovrano turco, trapelavano le sue pretensioni a riguardare il Greco, siccome vassallo, indizio della prossima caduta dell’Impero di Oriente. Coronato a Sparta da due illustri Deputati del Regno, Costantino partì in primavera dalla Morea, evitando lo scontro di una squadra turca; e giunto a Costantinopoli fra le acclamazioni de’ sudditi, celebrò il suo avvenimento al trono con feste e con liberalità che impoverirono l’erario, o piuttosto condussero ad estremo termine la miseria dello Stato. Ceduto immantinente ai suoi fratelli il possedimento della Morea, i due Principi Demetrio e Tommaso si riconciliarono alla presenza della loro madre, con giuramenti ed amplessi, pegni mal fermi della fragile loro amicizia. L’Imperatore pensò indi a scegliersi una moglie, che gli venne additata nella figlia del veneto Doge; ma i Nobili di Bisanzo ponendo in campo la distanza che v’era fra un Monarca ereditario ed un Magistrato elettivo, lo indussero ad un rifiuto, di cui in appresso, ne’ momenti più angustiosi di Costantinopoli non si dimenticò il Capo di una tanto poderosa Repubblica. Costantino stette perplesso fra le famiglie reali di Georgia e di Trebisonda. Le relazioni dell’ambasceria di Franza, o ne riguardino i pubblici ufizj, o la vita privata, ci dipingono gli ultimi momenti del greco Impero1.

  1. Il Franza (l. III, c. 1, 6) è meritevole di confidenza e di stima.