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184 del rinnovamento civile d'italia


straordinari inducono chi gli esercita, troppo ripugnano al fine proposto. Né i partigiani della dittatura riformativa possono a buona logica rifuggire da tali enormezze, delle quali si trova il tipo piú insigne in quella setta degli hebertisti o arrabbiati francesi che voleano tagliar la testa a chiunque si opponeva, presso i quali Giampaolo Marat era in infamia di moderato. Poiché mi vien ricordata l’antica rivoluzione di Francia, il poter dittatorio onde il pubblico consesso ebbe allora l’investitura mi porge un esempio acconcio al proposito. Questo potere avea due intenzioni: l’una di mantenere l’unitá e autonomia della nazione contro coloro che dentro e fuori l’oppugnavano, l’altra di promuovere e stabilire certe idee schiettamente democratiche. Ora intorno al primo capo esso vinse la prova, l’opera sua ebbe vita ed è anche oggi ammirata e benedetta, perché l’unione e la nazionalitá francese stavano giá fin d’allora a cuore di tutti i buoni. Ma per l’altro rispetto la dittatura fu breve ed inefficace; e appena una violenta e sanguinosa riscossa le ebbe posto fine, gli spiriti si gittarono all’estremo contrario con tanta foga che il comando assoluto di un soldato poté succedere nel termine di pochi anni agli ordini popolari. Imperocché questi ordini erano immaturi e non avevano l’assenso dei piú, e le arti crudeli usate dai dittatori per introdurli aveano contribuito a renderli odiosi. La Francia, avvezza da tanti secoli al principato dispotico, non potea abituarsi alla democrazia senza passare per una via di mezzo; e il volervela trasportare di lancio colla dittatura non solo fu vano ma fece contrario effetto, spegnendo la libertá presente e ritardando nell’avvenire il trionfo della democrazia medesima.

Tengasi adunque per fermo che, quando si tratta di nuovi instituti, havvi una sola dittatura che possa intrometterli e assolidarli, cioè quella del retto senso e della ragione. Dittatura onesta e legittima, forte e soave, libera e onnipotente, mediante la quale tutti gli uomini concorrono in un sol animo, benché paia a ciascuno di non avere altra regola che se stesso. Il quale accordo della libertá individuale e della norma comune ha il suo fondamento sí nell’unitá dell’idea divina e della ragione