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CAPITOLO OTTAVO

delle parti politiche in italia

Esposti e discussi trascorsivamente gli errori fondamentali di cui molti conservatori e democratici dentro e fuori d’Italia fan professione, veggiamo in succinto come cotali massime, trapassando dalla speculazione nella pratica e intrecciandosi cogl’interessi faziosi, abbiano avuto efficacia nel nostro Risorgimento e fattolo sviare dal buon cammino. Se non che i democratici e i conservatori, propriamente parlando, non furono i principali autori di tanto danno, ma altre sètte piú intemperate che, ampliando gli errori e prevalendosi dei falli di quelli, accrebbero il male e lo rendettero senza rimedio. Prima dunque di entrare nei fatti, abbozzerò un breve quadro delle parti o sia sètte politiche che signoreggiavano e tuttavia signoreggiano più o meno nella penisola. Le quali si stendono per tutti gli ordini, atteso che non pure i ritrovi, i giornali, gli scrittori politici, ma i ministri dello Stato, i consiglieri del principe, gli eletti del popolo per lo piú loro appartengono e pigliano da esse l’indirizzo che danno ai negozi; tanto che nei tempi torbidi elle son veramente padrone della cosa pubblica. E dopo averle generalmente ombreggiate, discenderò ai particolari che le riguardano, e avrò occasione in tal modo di fare un riconto sommario dei nostri mali, mostrandoli specchiati nella loro fonte, senza preterire la brevitá che mi sono proposta. Mi riserbo bensí piú innanzi a toccare partitamente de’ principi, cosí per l’altezza del grado che li distingue dagli altri uomini, come per la parte privilegiata che ebbero negli sbagli e nelle colpe comuni.