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258 del rinnovamento civile d'italia


che il lodo non sia obbligatorio e che tu possa rigettarlo se non ti piace; perché se non altro, accettando il compromesso ti mostri inchinevole a menomare o almeno porre in dubbio i diritti di momento sommo. E quando è mai accaduto che i popoli generosi si avviliscano al primo disastro, e ad un disastro senza sconfitta, preceduto da vittorie e nato non mica dai falli dell’esercito ma da quelli del capitano? Era perciò prevedibile l’indegnazione dei generosi e la forza che presa ne avrebbero gl’immoderati. La mediazione dichiarava il principato inetto a salvar l’Italia, vituperava l’esercito piemontese, avviliva Carlo Alberto e abbassava il suo nome al piano di quelli di Leopoldo, di Pio e di Ferdinando. Equivaleva a una seconda e piú ontosa disfatta delle nostre armi, e la dava vinta non solo ai tedeschi ma ai puritani, il capo dei quali avea promesso di non s’ingerire finché l’Italia potea sperare dai principi il suo riscatto. E benché male attenesse la sua parola, tuttavia fin tanto che durava l’universale fiducia egli non avea né credito né séguito né forze da tentare alcun che di notabile. Ma questo gli fu facile come tosto la causa italiana passò dalle armi alle pratiche e dalle mani dei nostri soldati a quelle dei diplomatici esterni.

Accettando la mediazione anglofrancese il ministero dei 19 di agosto fu, se posso cosí esprimermi, lo spegnitoio delle idee generose che avevano dato le mosse al Risorgimento italiano e prodotto i suoi trionfi; lo sviò da’ suoi princípi assai piú che non avea fatto il Balbo, ne mutò l’indirizzo, ne apparecchiò la ruina, e di monarchico e regolato che era prima lo rese repubblicano e demagogico. Chi avrebbe mai indovinato qualche mese innanzi che l’opera dei puritani dovesse riuscire principalmente coll’aiuto del Pinelli e de’ suoi compagni? Tanto è funesta l’incapacitá accoppiata alla pertinacia e alla tracotanza! Imperocché alcuni di loro non hanno la scusa di aver peccato per semplice ignoranza, né di essersi addossato il grave incarico ripugnanti e richiesti dal principe. Anzi usarono arti poco onorate per ottenerlo e peggiori per adoperarlo; e io prenunziai loro prima a voce e poi a stampa i mali che avvennero, e in particolare le perturbazioni di Toscana, di Genova, degli Stati