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libro primo - capitolo nono 257


accollarsi la mediazione. Come dunque si potea sperare che fossero per ricorrere non dico alla guerra ma alle minacce, per sortire un effetto contrario a quello che si proponevano?

I ministri1 non erano sí semplici da non veder queste cose e da prestar fede all’efficacia della mediazione. O piuttosto ci credevano, ma in altro modo che non sonavano le parole; cioè in quanto ella dovea riuscire a render la guerra impossibile e seco il nuovo regno anzi che a rifarlo, a sequestrare il Piemonte dal resto d’Italia in vece d’indirizzarlo al bene comune, e a rimetterlo negli antichi termini, da qualche giunterella in fuori che non pericolasse l’onore e i privilegi dell’antica metropoli2. Né si dica che io li calunnio aggiudicando loro tali fini, ché ogni interpretazion piú benigna viene esclusa dai fatti che vedremo fra poco. Ma se furono tristamente sagaci da questo canto, essi fecero segno dall’altro d’inettitudine e imprevidenza singolare, non avvisando che la mediazione vituperava il Piemonte e ammanniva gravi lutti al principato. Non può darsi in politica un atto piú vile ed ignominioso che il compromettere in altri i supremi diritti della patria. Si può chiedere o accettare onorevolmente un terzo per mezzano nelle controversie di rilievo secondario, come intorno ai confini, a un traffico, a un risarcimento, a una successione. Ma domandate non dico a Roma antica che ci dee parere una favola e che non può rispondere altrimenti che colla storia, poco nota ai municipali; domandate alla Francia e all’Inghilterra moderna se assentirebbero a riconoscere per ammezzatore un potentato esterno, dove altri contendesse la nazionalitá e l’autonomia loro. Quanto a me, io credo che stimerebbero infame chi proponesse di troncar la lite altrimenti che col ferro. Imperocché è indegno di viver libero chi conferisce altrui l’arbitrio di farlo schiavo. Né importa

  1. Dico «i ministri» politicamente parlando, non moralmente, ché per questo secondo rispetto o la colpa non fu di tutti o non fu pari, come vedremo. Usando termini generali per amore di brevitá, prego chi legge a interpretare le mie parole secondo le clausole infrascritte.
  2. Come Piacenza o altro brandello dei ducati. Ma furono corbellati.
V. Gioberti, Del rinnovamento civile d’Italia - i. 17