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266 del rinnovamento civile d'italia


rinunzia del Casati e de’ suoi colleghi precorresse di una settimana; perché se il Revel per amor della pace non si fece scrupolo di «rischiare il suo capo» soscrivendo di soppiatto la mediazione mentre i ministri legali esercitavano ancora la carica, ben poté mettersi a minor pericolo chiedendola condizionalmente prima che quelli si congedassero. Né perciò io voglio inferire che la richiesta da lui proceda, perché coloro che commisero a lui ed al Merlo di persuaderla al principe poterono spedire a Londra e a Parigi per impetrarla. Né entro a cercare onde movesse originalmente la trama, come cosa che poco importa, giacché i veri autori del partito sono coloro che indussero il re ad approvarlo e lo misero ad esecuzione. Ma parlando generalmente e senza alludere a nessuno in particolare, se il lettore si ricorda i modi usati meco dal Pinelli, i maneggi, i furori e i tumulti dei municipali; se si rammenta che c’erano due governi, che «il ministero scaduto era quasi ridotto all’impotenza, consumava gran parte del suo tempo ora a comandare senza essere ubbidito, ora a protestare contro gli ordini avversi che lui insciente e ripugnante si mandavano ad effetto, e che la diplomazia forestiera era piú potente di chi reggeva lo Stato, gli oratori oltramontani andavano e venivano dal campo senza pur farne motto al ministro che era sopra gli affari esterni»1; se in fine raccoglie le altre cose dette innanzi; egli potrá conchiuderne che la setta avversa alla guerra e al soccorso francese, come prima ebbe sentore di questo, dovette pensare alla mediazione di cui alcuni giornali avean giá fatta parola, e che quindi non le mancò il tempo di proporla e di sollecitarla, usando a tal effetto l’inclinazione dei potentati forestieri e la consueta debolezza del principe.

Un altro aggravio onde premeva ai ministri di riscuotersi era il ripudio del sussidio francese, avendo confessato che con tal ripiego «non era dubbio l’esito della guerra»2. Laonde andarono spacciando che la speranza di ottenerlo era vana, essendo che

  1. Operette politiche, t. ii, p. 167.
  2. Programma del ministero Sostegno.