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di quella schiettezza di cui egli suol fare nobile professione1. Ed è da dolere che laddove per effetto di sinceritá soverchia egli dichiarò a tutto il mondo la guerra «impossibile» contro un principe, abbia creduto di dover essere meno aperto discorrendo ai deputati dei sussidi offerti da una repubblica.

L’egemonia piemontese, oltre al facilitare un accordo decoroso, importava ancora per altri rispetti. Come io avea voluto proteggere nell’Italia del mezzo il pubblico statuto contro i corrivi che lo manomettevano, cosí dovea poscia difendersi dai retrivi che lo stracciavano; e poiché l’impedire la spedizione austrogallospagnuola era al Piemonte impossibile, e si avea trascurato l’occasione di cooperarvi per temperarla e accordarla col giure nazionale, si dovea almeno protestare al cospetto di Europa contro l’intervento esterno e gli effetti che ne nascevano. Quando era ministro, io avea protestato contro Spagna: molto piú importava il farlo ora che concorreva seco a offesa della dignitá e libertá italiana il nome illustre e d’altra parte benemerito della Francia. Ché se le parole non erano in grado di stornare l’impresa, poteano però meglio avviarla, ritrarla agl’intendimenti della prima assemblea francese e di una parte notabile dei membri della seconda e preservare almeno la libertá degli Stati ecclesiastici. Alcuni dei ministri e i piú dei conservatori francesi bramavano che il papa rimettesse in vigore lo statuto: lo desiderava il presidente della repubblica e ne fece piú volte pubblica testimonianza. Ora chi non vede il peso che avrebbe dato alle buone intenzioni una protesta energica del governo piemontese? Esso dovea dire alla Francia e all’Europa: — Voi volete pacificare l’Italia e spegnervi ogni seme di rivoluzione. Il proposito è buono e noi siamo di accordo con voi. Ma se voi non eleggete i mezzi acconci, sortirete un effetto

  1. L’ambasciatore francese si risentí dell’asserzione; e l ’Azeglio per placarlo gli scrisse una letterina (stampata in alcuni giornali francesi e italiani) in cui, distinguendo fra gli aiuti «morali» e i «materiali», protestava di aver solo inteso parlare di quelli della seconda specie. Ma tali appunto erano gli aiuti offerti al Delaunay ed esibiti di nuovo all’Azeglio, come vedemmo. Sia pure che non paressero sufficienti, ma erano stati esibiti e rifiutati.