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344 | del rinnovamento civile d'italia |
tentativi dello stesso genere costarono la fortuna o la vita a molti generosi, aggravarono le sciagure di Napoli, Modena e degli Stati ecclesiastici, e ritardarono di quindici anni le riforme di Carlo Alberto. Videro allora i savi che non solo bisognava mutar tenore, ma che prima di edificare era d’uopo sbrattare il suolo, levar gli ostacoli, spegnere le male impressioni e rimuovere cosí dai popoli come dai principi la paura eccitata dalle massime superlative, sostituendo a queste una dottrina italiana, accomodata al presente, intesa al futuro e atta ad unire in un solo pensiero gli animi dell’universale. Io concepii questo disegno fino dal trentacinque, allorché, esortato a scrivere in modo consentaneo alla nuova setta, risposi che io non credeva che la via delle rivoluzioni fosse atta per allora a redimere l’Italia, e che se si volea ottenere qualche costrutto bisognava procedere per quella delle riforme.
Gli effetti mostrarono chi aveva ragione, giacché tanto è lungi che i puritani conferissero al Risorgimento, che anzi contribuirono a rallentarlo e soprattenerlo e poscia a sviarlo e mandarlo a male. Né altro poteva ragionevolmente aspettarsene, chi guardi alla dottrina, alla perizia e alle altre qualitá loro. Sono i puritani, generalmente parlando, sforniti di ogni scienza civile, né al difetto di esperienza presente suppliscono colla notizia del passato, la considerazione della storia, lo studio dell’uomo in genere e in ispecie. Hanno poche idee, e le piú di esse false, non praticabili o astratte, vuote, disutili; conciossiaché le idee non provano senza i fatti, e i generali non sono di alcun uso se non si rimpolpano di particolari. Oltre che, gli stessi veri non possono esser netti di errore né aver pregio speculativo e meno ancora fruttar nella pratica, se sono sconnessi e divulsi, non ridotti a gerarchia e ordine, non allogati ciascuno di essi dove dee stare, non cimentati col crogiuolo degli esperimenti e della dialettica, tanto che dal grado che occupano nella teorica si possa inferire il pregio e l’importanza relativa che hanno nel campo delle operazioni. Per difetto di questa discretiva i puritani scambiano spesso negli ordini sociali l'essenza cogli accidenti, il principale coll’accessorio, il primario col secondario,