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48 del rinnovamento civile d’italia


fatto che tiene piú o manco dell’universale si debbono assegnar cagioni e ragioni universali egualmente, né queste si hanno tanto da cercare nei popoli quanto nei governi e nei principi. Imperocché la rovina delle instituzioni proviene massimamente da coloro che le capitaneggiano; e gli Stati, o si reggano a un solo o a pochi o a molti od anche a tutti, periscono quasi sempre di morbo intestino e volontario, eziandio quando sembra a prima fronte che sieno abbattuti da una forza e da un émpito esterno. La ragione si è che per una legge conservatrice di natura i piú si acconciano volentieri agli ordini radicati da gran tempo, purché non sieno affatto degeneri e non ripugnino allo scopo primigenio del loro stabilimento; né pochi malcontenti possono prevalere al consiglio e all’animo dell’universale.

Parrá strano a dire, e pur è verissimo, che l’odierna democrazia cosí tremenda ai principi è in un certo modo opera del principato. Essa nacque per via di riscossa dal congresso di Vienna; il quale, togliendo a Napoleone la potenza, ne imitò la politica e apparecchiò la materia delle rivoluzioni che d’allora in poi perturbarono e afflissero l’Europa. Napoleone avvezzo a vincere pensò che la spada potesse ogni cosa e confuse il governo colla milizia, quasi che i popoli e gli Stati si possano rimestare e ordinare a piacimento come le batterie e gli eserciti. Volle imitare l’Onnipotente e ricomporre ad arbitrio il mondo, senza avvertire che la sapienza umana, se vuol far cose che durino, dee essere pedissequa della divina; imperocché avendo Iddio posto nel suo opificio due cose immutabili, cioè la ragione e la natura, alle quali non si può calcitrare, il colmo dell’arte consiste nel conoscerle, secondarle, ubbidirle. La natura crea gl’ingegni, distingue i paesi, le schiatte, le abilitá, le lingue; la ragione porge le idee di giustizia, di libertá, di fratellanza, che destano gli affetti piú soavi e piú nobili del cuore umano; e dal conserto scambievole di tali cose e relazioni sí materiali che immateriali nascono i desidèri e i bisogni dei popoli, nascono il concetto e l’essere di patria e di nazione, in cui le condizioni del territorio e della stirpe, dei costumi e dell’eloquio, del giure e delle franchigie si appuntano e armonizzano.