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80 del rinnovamento civile d'italia


col tôrre di mezzo la repubblica romana agevolare la caduta della francese, confermare la propria potenza e porre un argine alle idee democratiche; e in vece screditarono se stessi colla lega gesuitica e coll’opera iniqua, assolidarono gli ordini popolari accrescendo il numero dei lor partigiani, e sparsero largamente per le provincie quei concetti e desidèri riformativi che dianzi erano rinchiusi nelle cittá principali e nella metropoli. La falsitá della massima gesuitica che santifica i mezzi col fine e la veritá dell’antica sentenza che «dall’onesto l’utile non si scompagna», non ebbero mai piú chiara e palpabile riprova che in questa occorrenza.

Giudicando severamente i conservatori francesi io non credo di essere temerario né presontuoso, quasi che voglia ingerirmi nelle cose che non mi appartengono. Le mie scritture attestano la scrupolosa riserva con cui ho sempre proceduto nel discorrere dei fatti esterni, benché in piú di un caso l’esempio degli oltramontani nel parlare della mia patria potesse autorizzarmi a render loro la pariglia. Se non che nel caso presente non si tratta soltanto della Francia ma dell’Italia. Laddove gli Orleanesi contrastarono e gli autori della rivoluzione di febbraio nocquero innocentemente, e piuttosto per colpa nostra che loro, al Risorgimento italiano, i nemici di quella colla spedizione di Roma lo misero in fondo, quando in vece potevano ravviarlo con questa impresa medesima, solo che, conforme alle buone intenzioni che ostentavano, l’avessero indirizzata a salvarci dall’Austria e restaurare la libertá. Se oggi la tirannide militare e pretesca infierisce nel centro e nell’estremo d’Italia, se l’Europa è piena di esuli nostrali, le prigioni e le tombe di vittime, se il suolo patrio è tinto di civil sangue e il barbaro lo calpesta, noi ne abbiamo l’obbligo non pure alle fazioni che dentro ci travagliarono ma altresí a quella che governa la Francia. Molti italiani avevano salutato il decimo di dicembre come albore di salute, e oggi tutti lo piangono come colmo di perdizione. Solo in Piemonte sopravvive una debole reliquia del vivere libero; e chi ’l crederebbe? In vece di abbracciarla, favorirla, difenderla, come piccolo e scarso ristoro della perduta causa italiana, i