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114 del rinnovamento civile d'italia


vostro cuore. Ora a che stato ella sia ridotta ciascun sei vede. Grave errore è il credere che i potentati ne sieno solleciti, perché alcuni di essi corsero a rilevare il vostro trono. Non tanto che abbiate a rallegrarvi del loro aiuto, ma dovreste dolervene, ché essi intendono a valersi di voi come di scudo ai propri interessi e di puntello alla loro potenza. Non zelo di fede né divozione alla Chiesa gli adduce ai piè vostri, ma codardia di cuore e spavento dei demagoghi. Nei pericoli adorano voi, come adorerebbero il Turco se volesse aiutarli, come adorerebbero l’eanticristo ed il diavolo se fossero conservatori. Ma passata la paura, vi sprezzeranno, vi derideranno, v’insulteranno e useranno ogni termine per ischiacciarvi, come spesso fecero in addietro. E che amore di religione può trovarsi in uomini cupidi, ambiziosi, dissoluti, oppressori del popolo, sommersi in ogni corruttela, la cui vita è una continua bestemmia dell’evangelio? Credete forse, santissimo padre, che il Borbone, ingolfato nei supplizi, vi sia devoto ed amico? quando molti sanno che dopo avervi baciati i piedi in Gaeta egli soleva deridervi in Napoli. Credete che l’antipapa cosacco e il successore del Barbarossa, nemici di ogni umanitá, sieno teneri dei fatti vostri? che i burberi politici di Parigi, usati da venti o trent’anni a sfatare ogni credenza, sien divenuti ad un tratto teneri della Santa Sede? Potete argomentare ciò che si pensa in Francia dai fatti di Roma, dove assai de’ soldati che vi rimisero in seggio non osano fregiare il petto dei vostri doni. Fino gli uomini e i paesi che ostentano piú zelo non dovrebbero nutrire la vostra fiducia, poiché quanto son larghi di parole tanto riescono vuoti o scarsi di effetti. Il barchereccio che salpò verso Roma non somiglia all’«invincibile armata» e ci toglie ogni meraviglia se anche nella Spagna cattolicissima voi non trovate oggi a raccòrre uno scudo o un manipolo. Né al male rimediano coloro che rimpiangono i tempi di Filippo secondo e aspirano a farli rivivere, anzi lo aggravano notabilmente. Tali sono in universale quei giornalisti e oratori sacri e civili, che predicano in Francia e in Italia una religione mitissima coi sensi feroci delle etá barbare e sotto larva gesuitica compiono l’opera dei volteriani.