Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/126

Da Wikisource.
122 del rinnovamento civile d'italia


può rigettarlo, come altre nazioni nobilissime. Perciò sarebbe tentare Iddio il chiedergli un miracolo, qual faria di mestieri se in questa civiltá crescente, in questo corso incessante di tutti i popoli verso la libertá e la nazionalitá loro, il primo di tutti dovesse rinunziarci in grazia della Santa Sede. La providenza lascia per ordinario che i mortali ricolgano i frutti dei loro errori. Quattro secoli fa un uomo intemerato, pio, dotto, eloquentissimo tonava in Firenze contro i disordini della corte di Roma, annunziava i mali e gli scismi sovrastanti e chiedeva la riforma del capo e delle membra ecclesiastiche. Il papa di allora in vece di dargli retta gl’ impone silenzio, lo condanna, lo scomunica, lo fa cogliere come un eretico, digradare, sentenziare alle fiamme. Or chi si appose? il frate o il pontefice? Le ceneri del martire erano ancor calde quando Martino Lutero ribellava da Roma la metá di Europa. Noi abbiamo in voi, padre santo, un papa degno per le sue virtú dei tempi apostolici; tuttavia il male dura perché i ribaldi regnano in nome vostro. Se non ci ponete rimedio, le calamitá future della religione e della Chiesa saranno piú gravi e terribili delle passate, e le mie parole, oggi forse derise, verranno ampiamente giustificate dall’avvenire.