Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/134

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godesse a burlarsi delle persone, aggirarle, commetter male fra loro, non per nequizia ma per sollazzo e anche per un certo amor proprio, stimando di mostrarsi superiore agli altri con tali prodezze.

Questi difetti, parte naturali parte causati dall’educazione, erano però compensati da molte buone parti. La sua persona, non bella ma decorosa e piena di una certa maestá antica, e i suoi portamenti, signorili ma senz’ombra di artifizio, rendevano immagine di un crociato illustre del medio evo. Volto pallido, occhio fino, sorriso amabile, benché talvolta nel conversare trascorresse in ghigno falso. Nelle udienze affabile ma riservato, dignitoso ma non superbo; del suo largo ina non prodigo; astinentissimo dall’altrui; nei doni magnifico ma senza sfoggio; lauto e splendido in pubblico ma con misura; in casa semplice piú che uomo privato, sobrio ed austero come un anacoreta. Vago del ritiro e alieno dal frammettersi nei diletti del volgo piú per timiditá che per boria; sprezzatore dei vani applausi e delle frivolezze. Amatore del giusto, se non quanto la paura e i falsi consigli poteano fargli velo al giudizio. Di dubbia fede nelle promesse, non tanto per cattivitá d’animo quanto perché stimava il non attener la parola esser privilegio de’ principi. Non mancava d’ingegno né di coltura: scrivea in francese (essendo stato creato in Francia) con proprietá ed eleganza, recava acume e prudenza nei minuti particolari dell’amministrazione e della politica, ma inetto ai grandi e incapace di abbracciar col pensiero un vasto disegno e di antivedere un lungo corso di conseguenze. Sprezzatore in battaglia dei rischi e spensierato della vita sino alla temeritá, e quindi piú eroe all’antica che capitano e principe alla moderna, a cui «non conviene esporsi a que’ medesimi pericoli ai quali si espongono i soldati se non in pochissime occasioni» (>). Onde, al contrario del volgare precetto, egli solea «mettersi in luogo dove la sua persona portasse molto pericolo»■ ( 1 2 ) e rovinava le imprese per bravura e baldanza

(1) Tasso, Risp. di Roma.

(2) Giambullari, Stor., 3.