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capitolo decimoquarto 139


milizia1. Ora se gli fosse stato veramente a cuore la salute d’Italia, non ne avrebbe, come fece, giocate le sorti per vanitá presontuosa e puntiglio di comando, ma lasciato questo al generale Bava, uomo di vivo ingegno, di antica esperienza, d’animo invitto, riputato anche fuori d’Italia, i cui disegni e provvedimenti riscossero (buon testimonio) la lode stessa degl’inimici. Ma i suoi consigli ed avvertimenti erano per lo piú negletti2; tanto che «il solo e vero rimprovero che gli possa toccare si è quello di avere accettato un comando che non era se non di nome»3, com’egli confessa candidamente nella sua scrittura. Nella quale si possono vedere accennati in parte i molti e gravi errori commessi dal principe o da lui tollerati nei subalterni; dico «in parte», perché non si poteva dir tutto e interamente. «Difetto visibile dei primi elementi dell’arte di combattere»4 e «di unitá di comando»5, «divisione delle forze»6, «ritardo negli ordini, mosse ineguali e protratte»7, «compagnie d’una forza sproporzionata con quadri insufficienti»8, «indisciplina e insubordinazione»9, «privazione di tutti i servizi speciali in un paese dove le proprietá e le persone erano cosa sacra per noi»10 cattivi ordini di vettovagliare, traino incomodo e



  1. «Sed praecipuum ipse Vitellius ostentimi erat; ignarus militiae, improvidus consilii, qius ordo agminis, quae cura explorandi, quantus urgendo trahendove bello modus... peritissimis centurionum dissentientibus, et si consulerentur, vera dicturis. Arcuere eos intimi amicorum Vitellii, ita formatis principis auribus, ut aspera quae utilia, nec quidquam nisi iucundum et laesurum acciperet» (Tac., Hist., iii, 56).
  2. «Le mie parole suonarono al deserto» (Bava, Relazione delle operazioni militari, p. 26). «Tutte le mie ragioni non valsero a rimuovere il re dal suo disegno >» (ibid., p. 52).
  3. Ibid., p. 28.
  4. Ibid., p. i0. «Dimenticanza dei principi elementari» (ibid., p. 25). «Dimenticanza di principi» (ibid., p. 26). «Generali e soldati che non sapevano né appostarsi né governarsi né difendersi» (ibid.).
  5. Ibid., pp. 25, 26, i0i.
  6. Ibid., pp. 45, 46, 48, 49.
  7. Ibid., pp. 26, 48, 49.
  8. Ibid., p. i0i.
  9. Ibid., p. 27.
  10. Ibid., p. i0i.