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capitolo duodecimo 11


vacillante, Ferdinando fedifrago, di amici erano divenuti nemici; sdegnosa e contraria l’Europa conservatrice; e per colpa dei passati ministri resa impossibile la lega italica, l’aiuto di Francia, il concorso della penisola. Bisognava dunque mutare tutte queste condizioni per poter riprendere e vincer la guerra. E come mutarle? Pacificando l’Italia inferiore, rimettendovi in vigore gli ordini costituzionali e assodandovi i principi sul loro seggio. Questa sola impresa rianimava i nostri soldati (devotissimi al nome regio), disponeva il paese agli sforzi necessari per rifornire le schiere, ci obbligava il pontefice e il granduca, costringeva il re di Napoli a mutar proposito, ci riconciliava i potentati esterni, sforzava l’Austria medesima ad approvare il nostro contegno, ci abilitava a ripigliar le pratiche della confederazione e induceva le potenze mediatrici ad aiutarci se non colle armi almen con uffici caldi, veri, efficaci; onde, conforme al corso prossimo degli eventi, si saria potuto o finire vantaggiosamente la lite minacciando la guerra senza farla, o rientrare in campo con ferma speranza di vincere. Per tal modo il credito, molla potentissima al di d’oggi non solo nei traffichi e nelle industrie ma eziandio nei negoziati politici e nelle armi, bastava a raddrizzare le sorti d’Italia; e il Piemonte sei procacciava, pigliando l’ufficio di moderatore ed esercitando l’egemonia fondata nel giure della nazionalitá comune. Il quale autorizza ogni Stato e ogni popolo a intervenire nelle bisogne de’ suoi congeneri e comporne le differenze, massime quando non si può altrimenti ovviare che gli estrani se ne ingeriscano.

La pacificazione poteva tentarsi per due vie diverse, cioè colle pratiche o colle armi. Egli è manifesto che non si dovea ricorrere all’ultimo spediente se non invano assaggiato l’altro e nel caso di necessitá estrema, che sola poteva giustificarlo. Ma quanto ai ministri dei 19 di agosto saria stato facile il riuscire col primo mezzo, rimediando al male ne’ suoi principi; tanto a noi era difficile, essendo la parte dei dissenzienti cresciuta di numero, di forze, di speranze, ed esasperate le popolazioni dal procedere neghittoso del Piemonte e dal contegno dei rispettivi principi. Era dunque mestieri di aggraduirsele e