Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/168

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della natura. Il che non giustifica gli uomini che ritardano il corso degl’ incrementi, ma la providenza che lo permette. Questa tollera il male, perché, procedendo (come dice il Machiavelli della fortuna) per «vie traverse ed incognite»(*), sa convertirlo in bene: quelli ne son sindacabili perché non hanno virtú da tanto, e punibili perché non è lecito di render misere le generazioni presenti in grazia delle avvenire. Quanti mali si sarebbero fuggiti se il Risorgimento non era ridotto al nulla nel suo principio! quanti beni civili acquistati o accresciuti! quanti nobili e preziosi capi serbati alla patria! quante vite sottratte all’ozio dolente del carcere, allo squallore inoperoso dell’esilio! a quante famiglie incolpabili si sariano risparmiati gli affanni dell’indigenza, le angoscie della persecuzione, le perdite piú crudeli e le ultime miserie senza conforto e senza speranza ! Il che sia detto a uso di coloro i quali non solo si consolano facilmenté, ma quasi si rallegrano che i miglioramenti passati sieno andati a monte, avendo l’occhio alla felicitá futura. Quasi che non possa darsi che questa sia ancora lontana e solo ottenibile a prezzo d’infortuni si gravi, si moltiplici, si dolorosi da sbigottire l’immaginazione piú intrepida a contemplarli. Ma facciamo che il giorno beato sia vicinissimo, e cosi lieto, cosi purgato da ogni penoso apparecchio e da ogni mistura, che vinca la solita imperfezione umana e disgradi l’etá dell’oro: io dico che quando la mala riuscita degli anni addietro avesse costato i giorni di un solo innocente, sarebbe degna di eterno rammarico. Chiunque la sente altrimenti non ha petto d’uomo né anima di cristiano. E ciò che affermo dell’Italia, lo dico pur della Francia, lo dico di tutte le nazioni che parteciparono all’ultimo moto; alle quali metterebbe gran bene se, governandosi con miglior senno, avessero cansato l’angoscioso intervallo che ora sono costrette di attraversare.

— Oh! il Risorgimento italiano — dirá taluno — era cosa assai piccola e meschina; e se piace al cielo che un di l’Italia sia libera ed una, i posteri, rivolgendo gli occhi a quello, non

(1) Disc ., 11, 29.