Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/233

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assoluta nelle sue origini e divenne tale per necessitá straordinaria o per corruttela; cosicché il pieno dominio del principe non è diritto e regola ma abuso o eccezione. Il regno primitivo, di cui Platone e Plutarco fanno l’elogio chiamandolo «il governo migliore e perfettissimo di tutti» (0, era temperato dalla religione, dalle leggi, dalle tradizioni patrie, dal costume; onde il primo dei prefati scrittori, siccome esalta sopra tutti gli Stati la monarchia, «perché raffrenata dalle leggi», cosi reputa la tirannide «il peggiore»; e distingue appunto il re dal tiranno, in quanto quello e non questo «osserva gli statuti e le costumanze» ( 1 2 3 4 5 ). Il secondo dice che «Giove [il cui divino e universale dominio era considerato dagli antichi come l’archetipo del principato] non ha per assessora la giustizia, ma egli è in persona essa giustizia e l’equitá e l’antichissima perfettissima legge» (3). Tal fu in particolare il principato dorico e pelasgico, il quale non solo era modellato all’ imperio celeste, ma derivava per via di generazione dal padre degl’immortali, simbolo acconcio della sua dirittura e del nativo temperamento. Siccome Giove comandava a tutto il mondo, cosi la sua progenie dovea regnar sulla Grecia. Ciascuno di quei re vetusti procede dai sempiterni ; e Alessandro in etá assai piú recente e addottrinata non fu pago del legnaggio dei Caranidi, benché anch’esso divino originalmente. Concetti e simboli conformi si rinvengono presso molte popolazioni germaniche e orientali, come i goti e i cinesi, gli ultimi dei quali immedesimavano il principe colla legge e col cielo (4). «Re senza legge — dice un’antica inscrizione sinica — sono re senza pregio. Se i re e la legge si accordano, tutto il mondo s’illumina e si abbellisce»(5). Nei bassi tempi di Europa la monarchia riscattò i vinti dalla tirannide dei vincitori; e abbozzate le nazioni moderne colla franchezza dei borghi e l’abbassamento dei baroni, essa fu a

(1) Plat., Polite, Pi.i t., Utrum seta etc., il, De princ. reg. pop.

(2) Polii. ( Opp ., ed. Ast, Lipsiae, 1820, t. il, pp. 494-501).

(3) princ. ind. , 4.

(4) Vedi il Schiuching , passim.

(5) Bartoli, Cina, iv, 4. Sull’autenticitá di questa inscrizione vedi Giulio Klaproth, Tableaux historiques de l’Asie , Paris, 1826, pp. 20S, 209, 210.