Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/247

Da Wikisource.

speranza di successione, dipendono dagli esterni e si governano coi loro consigli. Nel modo adunque che tutte le nazioni ne fanno in solido una sola, in quanto il giure dell’una è pari a quello delle altre, altrettanto si verifica nei principi e nelle loro schiatte. Cosicché se ognuna di queste in particolare è, come dire, una piccola nazione campata nel seno della grande e discordante da essa, l’unione loro costituisce un’Europa regia e privilegiata, posta nel grembo dell’altra e sua nemica implacabile. Eccovi che il continente, massime da un secolo in qua, è diviso in due campi, e i principi sono in lite aperta con le armi contro i miseri popoli, come quando si smembrò la Polonia e l’Ungheria fu ridotta al giogo, o in congiura occulta coi trattati e le pratiche, come nel congresso di Vienna e nei conventicoli della Santa alleanza. Dal che si deduce che la monarchia moderna, salvo pochi casi, non è piú nazionale come fu a principio, anzi è contrannazionale per natura e rende immagine di una casta usurpatrice che fa guerra continua a tutte le nazioni. Lascio stare le ambizioni che pongono in urto i potentati fra loro con danno incredibile dei popoli, suscitando le guerre inique di successione e di conquista, che rendono piú di tutte esoso e malefico il principato. E non entro a discorrere della peste dei pretendenti, che sono lo strascico e la coda solita delle dinastie cadute; i quali, volendo ricuperare il trono a dispetto del voto universale, ricorrono ai mezzi ignobili delle trame, delle corruttele, delle congiurazioni e non abborriscono né anco dalle armi civili, quando hanno il potere di provocarle.

I principi moderni, essendo stati in origine difensori del popolo e avendo ricevute da esso le forze richieste a riscuotere dalle pastoie feudali e magnificare la propria corona, dovrebbero averlo caro, almeno per interesse se non per affetto e per gratitudine. Ma in vece la classe piú negletta e vilipesa dai regnanti è appunto la plebe, e i piú di essi rivolgono la spada contro di quelli che la diedero ai padri loro. Le predilezioni solendo essere d’ istinto insieme e di calcolo, i potenti abbracciano il patriziato come minore di numero, e quindi men temibile di potenza, piú simile di educazione, di costumi e spesso di