Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/251

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e lentamente si sfasciano o son percossi da subita rovina. Ma nel nostro mondo occidentale la civiltá è cosi innanzi che il sostare non è piú possibile; di che segue che il progresso è il modo principale di conservazione. Qual forma di Stato in Europa si arresta dee aversi per morta, e solo può cader dubbio sulla lunghezza o brevitá della sua agonia. Ora non pure la monarchia assoluta ma anche la costituzionale, se si eccettua uno o due luoghi, si mostra piú stativa che progressiva e prepone la resistenza alla condiscendenza; il che in ogni governo è cattivo segno. Laonde molti al di d’oggi inclinano a pensare che il dominio di un solo sia buono nei tempi di civiltá lenta e immatura, e non in quelli di piú rapido e adulto perfezionamento. E recano in figura di questa legge storica l’esempio di Roma antica, la quale fermò coll’ imperio il corso delle sue conquiste incivilitrici e il recesso del dio Termine; onde Adriano abbandonò gli acquisti del precessore e tornò al consiglio di Augusto: che maggior dominio non si cercasse d). Checché sia di ciò, egli è indubitato che la piú parte dei vizi dianzi discorsi non procedono dall’essenza del principato civile, ma da un concorso di cause accidentali, le quali hanno fatta e ribadita una consuetudine difficile a vincere. Ma siccome pel volgo la consuetudine equivale a natura, non si può negare che i tristi fatti della monarchia non ne abbiano distrutto il credito, la religione, il prestigio. Spogliata di ogni fondamento ideale, ella non può avere ormai altra base che l’egoismo degl’interessi, qual fu quella appunto che il principe piú sagace dell’etá nostra cercò di darle ma invano. Ora quando la civiltá o corruzione, che dir vogliamo, è giunta a segno che l’idealitá politica è spenta e tutto gira sull’interesse, la repubblica è una forma piú durevole del principato. Un governo essendo tanto piú stabile quanto maggiore è il numero dei cittadini che ci partecipano e a cui preme di mantenerlo, la democrazia, secondo Aristotile (2 \ è il piú fermo e diuturno dei reggimenti. Vero è che cotal consi (1) Tac., Ann., 1, 11.

(2) Polii., Vili, 6, 5.