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254 del rinnovamento civile d’italia


risiede negl’interessi, i quali bastano a mantenerla; e ci riescono meglio, come accennammo, nel governo di molti che in quello di un solo. Ma se la virtú non è piú necessaria a durare, ella si richiede tuttavia a fiorire; il che verificandosi nello Stato regio non meno che nel popolare, l’obbiezione milita contro l’uno non meno che contro l’altro. Anzi io stimo, contro il parer volgare, che piú importi ancora nel principato civile, come piú corruttibile; né quello degli Orleanesi dovette la sua ruina ad altro che all’arte usata di depravare i cittadini. E siccome la democrazia odierna trasse i suoi vizi dalle molli e servili influenze del regno, cosi pare a molti che per migliorarsi e rendersi emula dei pregi e dei meriti antichi abbia d’uopo della repubblica.

La repubblica francese del quarantotto, che chiuse a rispetto nostro il ciclo politico incominciato coll’americana, può perire difficilmente. Ora com’è possibile che, durando ella e consolidandosi, il principato possa vivere lungamente negli altri paesi? Tanto è grande la forza degli esempi e l’efficacia degl’influssi politici della Francia; oltre quella unitá morale che stringe insieme i vari Stati di Europa e rende ogni giorno vie piú necessaria fra loro la conformezza delle instituzioni. Le cause, che precipitarono presso i nostri vicini una monarchia potentissima e rendettero repubblicano un popolo giá tenero dello Stato regio, sono comuni sottosopra alle altre contrade, e vi possono tanto meglio quanto ivi la monarchia è men forte, piú degenere e ha i sudditi meno devoti, gli animi meno affezionati. Ella vi è talmente inviscerata cogli ordini vecchi e impossibili a rimettere, che si adatta ai nuovi di mala voglia e par destinata a morir coi primi, come le piante parassite, che mancano coll’albero che le sostiene. Gl’instituti, come gli uomini, sono sottoposti alle condizioni non solo della natura ma degli abiti loro. Per natura la monarchia può acconciarsi ottimamente al civile, ma per abito vi ripugna. Dal congresso di Vienna in poi studio e sforzo continuo dei principi fu il mantenere l’assoluto dominio o il ripristinarlo. E siccome il fiorir dell’ingegno, delle nazionalitá e delle plebi gli è nemico, la monarchia attese indefessamente a impedirlo, combattendo i voti piú ardenti e i bisogni piú invitti