Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/331

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basterebbe a difenderle. E nelle congiunture straordinarie non si dee star pago ai mezzi consueti, bisognando nei pericoli insoliti rimedi e amminicoli disusati. «Nelle guerre di nazionalitá e d’indipendenza ogni cittadino atto alle armi dee essere soldato e correre al campo o almeno apparecchiarsi a difendere la cittá, il borgo, il casale che abita, se il mestiero o la professione che ci esercita è strettamente necessaria alla vita. lutai modo sempre si fecero le guerre d’indipendenza: cosi le fecero (per tacer degli antichi) gli olandesi, gli sveci, gli americani, i francesi, gli spagnuoli, i greci moderni; e sarebbe ridicolo il dire che quanto venne eseguito con prospero successo da tanti popoli non possa effettuarsi dagl’italiani. Se i piemontesi non volevano una guerra di tal sorte, non dovevano passare il Ticino, né parlare di regno e 1 i nazionalitá italica, né maledire il Tedesco sulle loro gazzette e colle loro canzoni ; ma poiché tutto questo si è fatto, non possono tornare indietro sotto pena d’infamia» (*). A queste ragioni se ne aggiunge ora una nuova: che senza provvisioni non ordinarie la libertá e la monarchia corrono grave rischio. Il quale nasce dalle condizioni universali di Europa, a cui il Piemonte non può sottrarsi se giá non muta luogo e tempo, come a dire tornando a vivere in qualcuno de’ secoli passati o trasferendosi nell’Oceania. Né si tratta di uno sforzo impossibile benché insueto, avendo esso avuto luogo ogni volta che mediante l’egemonia guerriera un popolo fu il principio generativo di una nazione.

j>iú un paese è piccolo rispetto ai paesi che lo circondano, tanto piú il governo debbe pensare a premunirlo contro i pericoli di un’invasione: e però le piccole potenze mal possono tutelare la loro indipendenza senza mantenere un esercito permanente, il cui rapporto colla popolazione sia sensibilmente maggiore di quello che rinviensi presso le grandi nazioni e senza ordinare una numerosa riserva. Le quali osservazioni possono per lo appunto applicarsi al Belgio e al Piemonte, piccole potenze che offrono molta analogia di condizione. Ora, diciam noi, se il Belgio, paese fertile e ricco, con quattro milioni di abitanti ha potuto in questi ultimi tempi mantenere per piú anni un esercito di settantamila uomini, e successivamente uno di circa qtiarantasettemila, perche il Piemonte, paese ugualmente (citile e ricco, con una popolazione di quattro milioni seicentocinquantamila abitanti, non potrebbe tener in piedi un esercito eli cinquantaquattromila uomini?» (ibid. pp. 21, 22).

(i) 1 due programmi ari ministero Sostegno (Opri elle politiche, t. li, pp, 1S9, 190).