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libro secondo - capitolo quinto |
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susciterebbero mille dispareri, con grave scapito dell’unanimitá e prontezza necessaria contro il nemico. La piú volgar prudenza consigliando di tórre agli stranieri, ai retrogradi, alle sètte di vario colore ogni appiglio di macchinare, sparger zizzania, rallentare o impedire le operazioni, si dovrebbe recare a memoria il detto del Guicciardini: che «la esperienza ha sempre dimostrato e lo dimostra la ragione, che mai succedono bene le cose che dipendono da molti»1; e quello del Machiavelli: «che non mai o di rado occorre che alcuna repubblica o regno sia da principio ordinato bene o al tutto di nuovo fuori degli ordini vecchi riformato, se non è ordinato da uno, i molti non essendo atti a ordinare una cosa ma a mantenerla»2. Escluse dunque dal primo aringo le Diete e gli squittiní, egli è manifesto che la paritá dei vari Stati italiani non si potria mantenere, e che siccome nei termini del Risorgimento (benché meno straordinari e difficili) le diverse provincie non furono uguali nella potestá direttiva, cosi nella carriera novella dovria primeggiare lo Stato che aggiunge alla devozione verso la causa patria piú forza di braccio e piú valida autoritá di comando.
Questa dittatura iniziale sarebbe legittima, essendo necessaria, né si potrebbe dire ingiunta violentemente, dovendosi a ragione presumere che sin da principio avrebbe l’assentimento dei piú e che la bellezza del concetto, l’altezza del proposito e l’audacia medesima del cimento rapirebbero l’universale. E dove sorgesse qualche contrasto, si dovrebbe ricordare il consesso nazionale di Francia nell’etá passata, il quale non si fece scrupolo di trapassare il suo mandato, sospender le leggi, domare i renitenti colle armi ; come una sola cittá non si recò a coscienza di comandare a tutta la nazione: onde Parigi e l’assemblea riportarono la gloria di salvar la Francia nei piú duri e disperati frangenti. Chiamo «iniziale» tal dittatura, perché ufficio del Piemonte sará bensí di operare da se solo la liberazione d’Italia ma non mica il suo giuridico ordinamento. Levando
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V. Gioberti, Del rinnovamento civile dell'Italia - ii. |
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- ↑ Stor., xvi, 2.
- ↑ Disc., i, 9.