Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/376

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parimente la via ai progressi. Ora il bene diventa male quando esclude un bene maggiore, e la possibilitá dell’eccesso non si può cansare senza spegnere le facoltá preziose da cui deriva. Che cos’è una rivoluzione se non una crisi causata da copia e rigoglio di vita, per cui un popolo cerca di riaversi dai mali che lo affliggono? La vita civile è morta se non è capace di esuberanza, e tanto è il voler levar via la radice intima delle rivoluzioni quanto il rendere gli Stati immobili e pigri, come quei di Levante. L’Occidente è ab antico rivoltoso e tumultuario di natura, perché destinato a procedere senza posa né requie nella via dei perfezionamenti. Né perciò si avrebbero da temere violenze e soqquadri, se i governi assecondassero il genio dei popoli e colle riforme opportune antivenissero le rivoluzioni. Ma la riforma richiede vena creatrice; e quando questa non alberga nei rettori e nei sudditi, e seco manca il motore dei miglioramenti e dei rivolgimenti, si riesce a una civiltá stativa come quella della Cina, la quale non muta assetto se non quando è invasa dai tartari. Benché il Piemonte non sia potuto sottrarsi al moto proprio della vita occidentale, questo tuttavia vi fu lentissimo; e l’indugio, che in altre etá era innocuo, riesce a danno o almeno a pericolo nei tempi di accelerazione.

Pare strano ed è pur vero che il difetto di forza si tragga dietro P immoderanza e inclini agli eccessi. Ché se l’eccedere virilmente ripugna al Piemonte, non cosi il trasmodare nelle opinioni e nelle minuzie. P’ra le sètte politiche che ci sono, la piú folta di aderenti è quella del municipio, e la piú scarsa è la nazionale. Dalla poca levatura nasce anco l’ instabilitá dei giudizi che si portano sulle cose e sulle persone, secondo l’uso del volgo che trascorre agevolmente agli estremi d). Temistocle diceva che i suoi cittadini «a lui rifuggivano nei pericoli, come a un platano nella procella; ma che, rasserenato, lo sfrondavano e diramavano» b). Il Piemonte da questo lato rassomiglia

(1) «... mhil in vulgo modicum» (Tac., Ann., I, 29).

(2) Plut., Thrm 19. «Athenienses quutn aliquando pub He e eum infamia notasse»/ , rursum deinde ad imperimi 1 gerendum revocare nt: — JVon — inquii — laudo eos homines, qui eodem vase et prò mattila et ad inf undendum vinum utuntur» (Aelian., Var. hist., xui, 40).