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52 del rinnovamento civile d'italia


superlativa, si correva rischio di averla timida, inerte, municipale, come quella che avea fatto buon viso alla mediazione e fiancheggiati i ministri dei i9 di agosto. La quale non sarebbe stata piú favorevole all’intervento che l’assemblea democratica. So che in appresso, quando fu sventato, i giornali conservatori e il Consiglio dei 29 di marzo a voce e in iscritto1 lo celebrarono; perché altro è il mettere in fatti una cosa, altro è il lodarla colle parole. Ma che i municipali e i ministri di marzo non fossero acconci a eseguirlo, si ricava da due ragioni che non hanno replica. L’una, che essi ricusarono di por mano a un assunto ancora piú facile, qual si era l’andata a Livorno, secondo i termini da me accordati col governo della repubblica francese. L’altra, che l’impresa toscana si traea dietro probabilmente la guerra patria, piú probabilmente ancora il regno dell’alta Italia e certamente la confederazione; tre cose delle quali i politici di municipio non volevano saper nulla, perché aliene dai loro dogmi. Oltre che, il partito richiedeva un’altezza di pensieri e di spiriti, un’energia e audacia di esecuzione, che troppo ripugnano alle abitudini municipali.

Contro i pericoli che potean nascere dal parlamento e che era facile l’antivedere, mi assicurava la fiducia nel principe; posta la quale, io avrei sciolta novamente la Camera se riusciva avversa al mio disegno, e riformato il Consiglio se i miei colleghi mi abbandonavano. I quali in effetto mutaron parere quando venne l’ora dell’esecuzione, e quanto alcuni di essi si eran prima mostrati ardenti a favorire il mio disegno, tanto furono poscia unanimi a ripulsarlo. Io feci ogni opera per mantenerli in proposito: richiamai alla loro memoria i pessimi effetti che sarebbero nati per la causa italica se il principato costituzionale periva nel centro della penisola; dissi loro che se io fossi stato convinto che l’ora della repubblica era giunta per la patria nostra, non avrei fatto alcun pensiero d’impedirla e mi sarei contentato di ritirarmi per mantener la fede giurata come ministro costituzionale. Ma io era persuaso che il non intervenire dei piemontesi



  1. Histoire des nègociations etc., supra cit. , p. 45.