Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/157

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modernitá ebbe per principio l’antichitá italogreca perfezionata dall’evangelio, cosi la patria moderna dovrebbe essere una cittadinanza informata dagli stessi spiriti che produssero e alimentarono il nostro incivilimento. Né per altro l’Italia da tanti secoli ha lasciato di esser patria de’ suoi figliuoli, se non per aver neglette le parti piú virili e vitali delle sue origini.

La natura è cosi potente che qualche volta l’ingegno grande, benché privo di patria, acquista la coscienza delle sue forze e si educa da se medesimo. Ma in tal caso egli passa inutile sopra la terra, sprezzato come un vano ingombro o vilipeso e perseguitato come un genio malefico od un mostro b). p e r simile cagione varia sovente col tempo il giudizio che si porta sugli stessi uomini, scadendo con esso la cultura dei popoli, la gloria degl’individui. Cosi, per modo di esempio, Plinio il vecchio b) stimava Cesare sommo e impareggiabile; e Vitellio nello stesso secolo differiva, poi prendeva il titolo di Augusto b), ma non osava accettare quello di Cesare b) se non all’ultimo per farsene un buon augurio (5). Per contrario ai tempi di Diocleziano, che introdusse nella corte le vane pompe di Oriente, l’idea della vera grandezza era giá tanto oscurata che il mediocre Ottaviano si antiponeva al suo padre adottivo, come si raccoglie dai titoli dati ai capi supremi dell’imperio ed ai subalterni. E in effetto con Diocleziano ebbe fine, può dirsi, l’antichitá; e poco stante l’imperio, giá abbassato in Roma, diventò basso in Bisanzio per opera di Costantino. E coll’imperio occidentale finirono gl’ingegni, che giá prima si erano diradati, perché tutto il fiore della gentilezza colava in un sol luogo; e mentre Roma arricchiva, il resto del mondo impoveriva: tanto che in fine fuori di essa mancarono i virtuosi. «Gli uomini — dice il Machiavelli — diventano eccellenti e mostrano la loro virtú secondo

(1) Di qui forse viene che si attribuisce al diavolo un grandissimo ingegno, benché nelle leggende popolari non lo dimostri.

(2) Hist.»at., vn, 25.

(3) Tac., Hist., 11, 62, 90.

(4) Ibid., 11, 62.

(5) Ibid., ni, 58.