Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/164

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differendo piú in vista che in effetto, egli e Cesare poterono ricambiarsi lo stesso encomio; come quando l’oratore lodò il capitano di avere «spianate le Alpi» (0, e il capitano celebrò l’oratore come «tanto piú glorioso dei trionfanti, quanto è meglio dilatare i termini dell’ingegno romano che dell’ imperio» (*). Se, per giudizio di Cesare, le conquiste ideali sovrastanno alle guerriere, convien dire che queste non sieno lodevoli se non in quanto sono ideali. Persino in ordine ai mezzi, non gli eserciti smisurati, come quelli dei barbari, dei principi orientali e di Napoleone imperatore, ma l’industria del capitano e il far cose grandi con poche forze e piccoli spedienti, rende insigni le fazioni guerriere. Esso Cesare vinse le Gallie e il mondo con pochi uomini, supplendo alle forze colla celeritá, coll’impeto, colla perizia straordinaria e quasi incredibile. Ché se i suoi soldati furono i migliori del mondo, la lode che ne ebbe si accresce anche per tal rispetto, essendo stata la loro bravura opera del suo ingegno. Imperocché, per usare una bella frase del Cellini, essi erano «fatti da lui» <3), che gli agguerriva cogli esercizi continui, l’arte industriosa, la disciplina severissima, l’esempio ammirabile, la voce, la facondia, il piglio, la presenza ( 4 ), e tutte quelle doti che gli antichi chiamavano «vini Caesaris» (5), e a cui alludendo Quintiliano diceva che Cesare recava nell’eloquenza lo stesso impeto che nelle battaglie ( 6 ). Il qual impeto o vis è la forza per eccellenza, cioè l’energia creatrice; e però dal tema latino di forza derivano la virtú e la maschiezza, che sono negli ordini spirituali e corporei la cima della creazione.

Nella creazione infatti risiede propriamente l’essenza dell’ ingegno, come di ogni pregio e di ogni valore; la quale è il centro

(1) Cic., De prov. cons., 34.

(2) Ap. Plin., Disi. nat. y vii, 31.

(3) «Tanto meglio gli voleva, per averlo tratto di luogo molto umile e per essere un tal virtuoso fatto da lui» ( Vita , 1, 1).

(4) Anon., inter Opera Caesaris, De bello africano , io.

( 5 ) Quintil., 1, 7, 34; x, 2, 5; xii, io, 11.

(6) x, 1, 114.