Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/242

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non poter accogliere nel mio spirito il menomo dubbio. Si racconta che Napoleone, caduto dal fastigio della grandezza, avesse uno spiraglio di luce profetica sui futuri destinati del mondo. E lo vedesse distinto come in due accampamenti: l’uno dispotico e fiero, l’altro libero e civile; quinci l’Europa orientale e asiatica, quindi l’Europa occidentale e schiettamente europea. 11 conflitto che corre fra le due parti è in vero un litigio di egemonia, di preminenza, di primato universale, trattandosi di decidere a quale di esse sia per toccare il vanto di far prevalere la propria forma. Ma il Buonaparte errò, nel suo famoso dilemma, a mettere di pari e tenere per bilicate e parallele le verosimili fortune di Russia e di Francia, facendo segno quanto gli mancasse l’estimativa delle idee, l’istinto del popolo e la giusta notizia delle leggi che guidano con fermo tenore le umane vicissitudini. Avvezzo a misurare la potenza dalla forza materiale, la smisurata Russia gli parve un colosso; ma non si avvide che esso ha le piante di argiiia e il piedestallo campato sugli orli di un cratere. Tanto che, se si tratta del termine definitivo, non vi ha luogo a disgiunto, e si può tenere per certo che il Rinnovamento italico ed europeo può bensi essere ritardato ma non impedito. La ragione si è che i motori di esso, cioè le idee, i desidèri e i bisogni dei popoli, sopravvivono alle vicende esteriori e non soggiacciono alla violenza, la quale in vece di spegnerli gli diffonde e rende piú vivi. Le idee e le armi possono al piú bilanciarsi momentaneamente, ,ma non a lungo, perché le armi non vincono le idee, ma le lidee vincono le armi, anzi se le appropriano. L’errore di Napoleone fu di credere il contrario e lasciarsi ingannare dalle apparenze, riputando invitto l’autocrato, quasi che egli, superando le forze, avesse dome le idee di Occidente.

La storia di ogni tempo attesta l’onnipotenza delle idee, e quella di Europa in particolare ci mostra da piú secoli il progresso continuo, fatale, irrepugnabile delle classi inferiori e delle libere instituzioni. Il qual progresso da un secolo in poi prese una forma particolare pel modo di azione, l’unitá del concorso, la natura precisa del proponimento. Laddove prima